Fino all'ultimo si è accomodata in teatro, nella sua Milano dove era nata e aveva a lungo lavorato. Valentina Fortunato se n'è andata in una mattinata di caldo africano nella sua abitazione in città dove conduceva una vita ancora in autonomia. L'età, implacabile, non ha fatto sconti e a lei non ha consentito di compiere le 91 primavere che sarebbero suonate il 5 agosto.
Nei primi anni Ottanta si era ritirata dalle scene nella totale discrezione che aveva avvolto la sua esistenza, anche dopo la fine del matrimonio con Sergio Fantoni al quale ha regalato una figlia, Monica. Erano gli anni Sessanta e lui, minore di un paio d'anni rispetto a lei, era sulla cresta dell'onda. Cinema e teatro, un viaggio a tutto campo che invece per Valentina Fortunato era rimasto al chiuso del palcoscenico.
Goldoni (Arlecchino servitore di due padroni), Pirandello (Questa sera si recita a soggetto) e Brecht (L'anima buona del Sezuan) la avevano resa celebre tra il '57 e il '58. E proprio per quest'ultima pièce aveva ottenuto il premio San Genesio, uno dei pochi riconoscimenti collezionati in tanti anni di una carriera da vera signora del teatro. Mai al di sopra delle righe. Mai chiacchierata.
Di lì a poco nella sua vita entrò Fantoni che invece oscillava tra i due poli dello show dal vivo e sul grande schermo. Sbocciò l'amore per l'uomo, non per la Settima Arte. Valentina Fortunato rifiutò l'offerta di Gillo Pontecorvo che la voleva in Kapò e l'unica comparsa la fece dietro le quinte, doppiando Annie Girardot in Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti. Tutto qui.
«Non ho nessun rammarico» ha detto tempo dopo a chi insisteva per scandagliare le ragioni di un sentimento mai nato. E tanto bastò. La Fortunato tornò in teatro per il quale aveva invece una passione inguaribile ed entrò in contatto con Luca Ronconi, Ivo Garrani, Luigi Vannucchi e Giancarlo Sbragia. Una compagnia che avrebbe segnato la storia del teatro tardo novecentesco perché furono i fondatori della prima cooperativa teatrale italiana, gli Associati.
Era ancora giovane Valentina Fortunato quando decise di ritirarsi. Lontana dai sessant'anni, decise di continuare con il teatro ma dalla parte del pubblico. Nel 1982 Il temporale di August Strindberg aveva concluso una vita artistica al crepuscolo, intervallando piccole comparse in miniserie tv, Storia di Anna dell'81 e Piccolo mondo moderno dell'84.
Al Carcano era di
casa. Poltronissima. Ad applaudire spettacoli e direzione artistica di Sergio Fantoni nel frattempo diventato ex marito. E martedì alle 18, nel foyer, sarà ricordata così. Con un addio. Senza funerali, ma con una lacrima.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.