Quando i carabinieri di Muggiò martedì sono stati chiamati in via della Repubblica per un suicidio, arrivati sul posto hanno capito immediatamente che c'era qualcosa di poco chiaro. Il cadavere dell'uomo anziano sull'asfalto, la sedia sul balcone e l'antenna della televisione ciondolante nel vuoto dal secondo piano davano l'idea di qualcosa di più drammatico di un maldestro tentativo di togliersi la vita conclusosi drammaticamente all'ospedale di Monza con un decesso. Era fin troppo chiaro che Gino Cavallaro, 78 anni, aveva trovato nella finestra l'unica via di fuga da quella che, da troppo tempo, doveva essere la sua prigione. I lamenti di un'invalida (la moglie del morto, ndr) dall'interno dell'abitazione chiusa a chiave hanno completato il quadro. E, nel giro di qualche ora, l'inchiesta ha preso un'altra piega, molto diversa da quella iniziale. Portando infine ieri all'arresto della figlia nubile della coppia, la 48enne Antonella, operaia in una ditta di pulizie e residente con i genitori, ora accusata di omicidio colposo, sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia.
«La casa non era in condizioni di degrado - spiegano i militari della compagnia di Desio che ha coordinato le indagini -. Tuttavia i racconti della moglie 74enne di Cavallaro e i riscontri ottenuti dalle numerose testimonianze di vicini e conoscenti, ci hanno fornito un quadro più che sufficiente ad accusare la figlia. Sua madre, la signora Lucia, che ha 74 anni ed è invalida al cento per cento, ha raccontato che per Antonella era una prassi chiudere in casa lei e il marito quando usciva e che spesso metteva loro le mani addosso. L'arrestata si è difesa sostenendo che il padre andava tenuto sotto chiave perché altrimenti ne avrebbe approfittato per andare a ubriacarsi al bar e al circolo del paese. Tuttavia sia i titolari che gli avventori di questi due locali hanno negato decisamente di aver mai visto l'uomo ubriaco. Piuttosto sono tutti concordi nell'affermare che il signor Gino non aveva mai un soldo in tasca, circostanza confermata anche dalla sua vedova che ci ha confidato tra le lacrime che i soldi di casa venivano gestiti esclusivamente dalla figlia. Infine i vicini. Che hanno spiegato con dovizia di particolari delle numerose liti in famiglia, delle urla e dei pianti dei due genitori maltrattati dalla signora Antonella».
Il dramma, martedì, si è consumato in pochi attimi. Una volta che la figlia è uscita per andare a lavorare, il signor Gino ha tentato la «fuga» aggrappandosi all'antenna di casa e cercando di calarsi dal secondo piano, precipitando nel vuoto. I vicini hanno chiamato il 118 e l'ambulanza lo ha trasportato all'ospedale San Gerardo di Monza, dove il poveretto è deceduto poco dopo per le gravi ferite riportate.
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