La moschea della discordia. E il nodo impianti sportivi

Sì sofferto del Consiglio ma il centrodestra non vuole minareti. Incognite (e opportunità) per gli storici Palalido e Vigorelli

La moschea della discordia. E il nodo impianti sportivi

Grandi promesse, molte incognite. La sinistra che a Milano governa anche Zona 8, per l'opposizione, ha fatto sfoggio di annunci più che di fatti. Il vicepresidente Angelo Dani, cita con orgoglio «il lavoro sulle aree verdi, le risorse per ristrutturare centro civico e auditorium e molte altre cose». Il presidente Simone Zambelli (Sel) sarà ricandidato per la «lista Pisapia». Ma chi oggi è pronto a sfidarlo nelle urne, Igor Iezzi, aspirante presidente del centrodestra (sicuro, ma non ancora ufficiale) vede un unico fatto concreto: «Villa Caimi - dice - e nient'altro». «Solo qualche pista ciclabile - conviene Claudio Consolini, ex presidente - e soldi pioggia ad associazioni di area». «Il punto - per Iezzi - è che la sinistra considera le periferie come discariche in cui accatastare i problemi». Sotto i riflettori di tutti, oggi, è la moschea di Lampugnano. Prevista dal piano di Palazzo Marino, è al centro di una vertenza che divide lo stesso mondo islamico. Ma anche a sinistra non mancano le perplessità. Tecniche, non di principio. Come quelle del verde Enrico Fedrighini. Alla fine ha prevalso il sì, con l'indicazione di volumi ridotti: «Moschee come parrocchie - spiega Dani - non cattedrali». Per l'opposizione, il minareto al Palasharp «non si deve fare». Marco Anguissola, consigliere azzurro, avverte: «Il bando è da ripensare. Non è una priorità». Iezzi è d'accordo: «Faremo di tutto - annuncia - per fermare quel bando. Lo studieremo bene per valutare come». Da sei anni il Palasharp ospita la preghiera del venerdì. Ma le foto documentano una condizione a dire poco discutibile: «Molte volte ho denunciato che lì si svolgono attività ma commerciali abusive - commenta il consigliere comunale Fabrizio De Pasquale - questo ci fa capire a cosa andiamo incontro». Per il «no alla moschea» anche Eugenio Dell'Orto (Ncd). E Nicolò Mardegan: «Non ci sono interlocutori - dichiara - non c'è chiarezza sui finanziamenti. Ma questa sinistra pone il tema dell'accoglienza».

Contrario, non per ragioni di principio ma urbanistiche, anche il Cinquestelle Stefano Limido: «Il luogo non è adeguato». Per Limido priorità è il rispetto delle regole. Emergenza generalizzata sono gli alloggi popolari. La zona 8 vanta il triste primato di ospitare quelle che per molti sono «le peggiori di Milano». Maurizio Scabbio, candidato di «NoixMilano», traccia un quadro inquietante: «Abusivismo, scarsa manutenzione, situazione disastrosa. Abbiamo anziani chiusi in casa perché gli ascensori mancano. Ma anche i parchi preoccupano». «Recinteremo il Testori» annuncia Dani. Sugli alloggi, Iezzi vede «gravi responsabilità del Comune» e pochi miglioramenti. Al nuovo municipio toccherà sbrogliare nodi storici. L'area Certosa per concerti, intanto. E le infrastrutture, il cui destino è tutto da chiarire. Come il Palalido.

«Ritardi e disinteresse - spiega Anguissola - hanno portato Armani a rinunciare privando i cittadini dell'impianto». «Il Vigorelli sta andando in porto» assicura la maggioranza. Ma restano i bivacchi. A fronte di progetti faraonici.

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