Musica, i numeri della Verdi smascherano il bluff della Scala

Musica, i numeri della Verdi smascherano il bluff della Scala

Italia, culla della lirica? Vero. Ma solo in parte. Il nostro Paese ha inventato il melodramma, 4 secoli fa, e all'estero ci conoscono (la lingua anzitutto) anche per questo. Però gli italiani che ascoltano la musica classica superano di gran lunga il comparto degli appassionati di lirica. Addirittura, i dati della Siae attestano che in Lombardia i concerti di classica attirino 600mila utenti, il doppio dei frequentatori della lirica, e il 25% di questi biglietti è stato venduto dalla Fondazione Verdi.

La Verdi ieri ha divulgato gli esiti di una ricerca di ascolto (agenzia Makno), centrata sulla Verdi ma che ritrae l'utenza della cosiddetta musica colta. Numeri che confortano ma aiutano a capire come rimodulare i 16 mesi di programmazione di questa istituzione che apre la stagione domenica 14 fino a dicembre 2015. Dati economici: la produzione artistica e culturale della Verdi ha generato, nel 2013, 29 milioni e 553mila euro, triplicando gli investimenti e le spese sostenute dalla Fondazione e dagli spettatori. E come rimarca il dg Luigi Corbani, il contributo pubblico (nel 2013 di poco superiore ai 3 milioni) ha prodotto un impatto nove volte superiore. A proposito, la Verdi ha appena ricevuto 4.500 euro dalla Provincia, in «articulo mortis», 30mila dalla Regione, mentre è in attesa dal Ministero e dal Comune (che l'anno scorso staccò un assegno di 545mila euro).

«Un quarto di spettatori di classica in Lombardia segue la Verdi, ma noi non riceviamo un quarto dei finanziamenti destinati alla Lombardia», tuona Corbani. Che ricorda: «Il contributo pubblico non deve essere legato ai costi di un ente ma ai suoi ricavi». Sappiamo, del resto, che meno di un terzo del Fondo unico statale per lo spettacolo (Fus) è destinato alle istituzioni di classica. Nel 2013 sono andati agli enti lirici 185 milioni e 886mila euro e solo 58 milioni 859mila euro agli enti concertistici. Anche Luisa Longhi, delle Serate Musicali, lamenta che le istituzioni concertistiche sono le cenerentole della situazione.

Corbani rammenta che l'«impatto economico della cultura dovrebbe entrare nella testa delle aziende e del settore pubblico. Non si dica che non ci sono soldi. Bisogna capire che l'attivita culturale ha in se un elemento economico oltre che sociale». L'Austria insegna. La camera di commercio ha premiato il festival di musica di Bregenz perché ha prodotto 167 milioni di euro attraendo 200mila visitatori. Per inciso, il turista culturale è un affare: spende almeno 1/3 più.

Corbani lancia poi una stoccata alla Scala che ad agosto avrà l'Orchestra venezuelana «Simon Bolivar» in pianta stabile. «Non lo trovo giusto.

Poteva esserci l'Orchestra sinfonica giovanile italiana o la Cherubini: i nostri giovani non stanno meglio rispetto a quelli di altri paesi». Dati curiosi, a proposito di giovani. Il 14% del pubblico della Verdi è adulto-anziano, il 40 è adulto e il 35 giovane. È di un livello socio-economico medio alto. Cosa attira il pubblico?

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