Negli ospedali sette mammografi su 10 e un terzo delle Pet sono da sostituire

Per l'indagine troppi macchinari obsleti e vecchi oltre 10 anni

Negli ospedali sette mammografi su 10 e un terzo delle Pet sono da sostituire

Sette mammografi su 10 negli ospedali del Nord Italia hanno più di 10 anni di età. Superano il periodo di adeguatezza anche il 23 per cento delle Risonanze Magnetiche e il 33 per cento delle PET. L'indagine dell'Osservatorio parco installato (OPI) di Confindustria dispositivi medici si è concentrata sulle tecnologie diagnostiche per immagini: in particolare, sulle apparecchiature mammografiche, la Risonanza Magnetica (RM), la PET e la Tomografia Computerizzata (TC).

La fotografia scattata nelle strutture pubbliche e private in Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna evidenzia come il 69 per cento dei mammografi convenzionali abbia superato i 10 anni di età, il 73 per cento delle PET i 5 anni. Il 40,8 per cento dei mammografi nel Nord Italia risulta di tipo convenzionale, con un'eta media pari a 13,3 anni, mentre quella dei mammografi di tipo digitale è di 5,4 anni, addirittura più alta rispetto all'età media nel Sud (3,8).

Il 45,4 per cento delle Risonanze Magnetiche da 1,5 T (tecnica diagnostica che consente di acquisire immagini con alta definizione delle diverse strutture anatomiche, differenziando i tessuti) sono localizzate a Nord. Così la maggioranza (59,6 per cento) delle RM con campo magnetico 3,0 T, che consente la visualizzazione di lesioni anche piccolissime nell'ipofisi, ippocampo, nervi cranici e lo studio approfondito di patologie in ambito neurologico. Qui il periodo di adeguatezza è di 5 anni, lo superano il 79 per cento della RM da 1,0 T, il 57 per cento da 1,5 T, il 41 per cento da 3,0 T e oltre.

La Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica ritiene che le attrezzature tra i 6 e i 10 anni dall'installazione siano sufficientemente idonee per l'uso (se vi è adeguata manutenzione), oltre i 10 anni vadano sostituite perché non più rispondenti a criteri di massima efficienza ed efficacia.

Un segnale in controtendenza arriva dagli ecografi portatili che nel 78 per cento dei casi sono stati acquistati dalle strutture sanitarie del Nord meno di 5 anni fa, così come il 66 per cento dei sistemi digitali ad arco per la chirurgia e l'82 per cento degli apparecchi radiologici portatili.

«L'indagine ha commentato Aniello Aliberti, presidente di Elettromedicali e Servizi integrati - ha fotografato una situazione di evidente vetustà delle tecnologie di diagnostica per immagini. Nelle regioni particolarmente colpite dall'emergenza sanitaria come la Lombardia o il Veneto, la provincia di Bergamo o quelle di Trento e Bolzano, troviamo apparecchiature obsolete, al limite dei parametri consentiti per un corretto utilizzo clinico».

I dati emersi, per altro, sono in forte contrasto con quanto emerso dall'indagine Tech4Life promossa da Confindustria Dispositivi Medici e realizzata da Community Research & Analysis secondo cui l'84 per cento degli italiani ritiene che rinnovare le

tecnologie sanitarie sia di primaria importanza, Accrescerne la sicurezza necessario in un periodo in cui il 37 per cento degli italiani ha rinviato del tutto o in parte esami, visite e cure mediche per il timore del contagio.

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