L'importanza di chiamarsi «Sforza». Troppa importanza. Ed è per questo che al signor Alessio Ugenti è stato proibito di aggiungere al proprio congnome quello della bisnonna, che all'anagrafe faceva proprio «Sforza». L'aveva chiesto per «ragioni di affetto verso gli antenati». Macché. Gliel'ha vietato prima il ministero dell'Interno, poi il tribunale amministrativo a cui l'uomo aveva presentato ricorso contro la decisione del Viminale. Morale, il signor Alessio dovrà accontentarsi di un meno nobile - ancorché rispettabilissimo - «Ugenti». E stop.
Il Motivo? Lo spiegano i giudicidi via Corridoni nella sentenza depositata in questi giorni. Il rischio - si legge - è che «l'uso autorizzato dell'illustre cognome Sforza avrebbe potuto indurre chiunque in errore circa l'effettiva discendenza del signor Alessio Ugenti, ciò concretando la potenziale percezione di non spettanti vantaggi». Insomma, chiamarsi «Sforza» a Milano fa sempre un certo effetto.
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