«Tampone per entrare nei luoghi della cultura a chi è già vaccinato? Può essere un deterrente ad andarci e faccio un po' fatica a capirlo. Stiamo spingendo talmente tanto su vaccini e super green pass, se poi serve anche il tampone...». Il sindaco Beppe Sala contesta l'ipotesi allo studio del governo, un ulteriore stretta per chi vuole andare al cinema o a teatro sotto le feste e magari ha già ricevuto pure la terza dose. Non esclude invece di allargare a tutta la città l'ordinanza che per ora impone la mascherina obbligatoria in centro, lungo l'asse tra Castello e piazza San Babila. «Vediamo come va ma se servisse estendere lo possiamo fare - avverte -. Sono praticamente sempre in contatto con Letizia Moratti e Attilio Fontana», vice e governatore, «faremo un po' quello che loro ci diranno senza aspettare e senza cullarci in troppi dubbi e pensieri. Avremmo voluto tutti un Natale un po' più rilassato e anche quest'anno non è così, dobbiamo un po abituarci tutti a vivere alla giornata».
Se anche la Lombardia dovesse passare in zona gialla «penso alle ripercussione sul mondo della cultura, questa mattina (ieri ndr.) l'assemblea e poi il cda della Scala hanno approvato il Bilancio preventivo 2022 che chiude in pareggio nonostante tutto, ma in gialla si andrebbe al 50% dei posti a sedere, lo sforzo di rilanciare il teatro sarebbe in parte vanificato». A margine del brindisi natalizio con la stampa milanese a Palazzo Marino Sala chiede ai milanesi di non abbassare la guardia: «Gli assembramenti ci sono ancora. Personalmente cerco di essere molto cauto, se vado a cena da qualcuno voglio capire quanta gente c'è, le condizioni. Consiglio di stare molto attenti a convegni, cene, festeggiamenti, occasioni in cui si toglie la mascherina». Passerà il 25 portando i doni ai bimbi ricoverati al Niguarda, andrà a Messa nel quartiere e poi servirà i pasti ai poveri all'Opera San Francesco, lo scorso Natale, sorride, «eravamo solo io e il cane Whisky. Non ho più i genitori, non ho figli e fratelli e la mia famiglia acquisita si incontra quindi sono solo, vado da frà Marcello».
Si torna a parlare di San Siro. Dopo il comitato «Sì Meazza» che chiede un dibattito pubblico e depositerà ricorso al Tar cotnro la delibera del Comune sul pubblico interesse al nuovo stadio, giorni fa il comitato «Referendum x San Siro» ha lanciato la raccolta firme per due consultazioni. «La giunta ha dato l'ok dopo due anni di esame, non possono aspettarsi da me che dica che ho sbagliato - premette -. Poi va bene il dibattito ma è importante è che siamo tutti intorno al tavolo». Mercoledì si riunirà una commissione consiliare solo sull'iter amministrativo, a inizio gennaio la seduta con Sala, i rappresentanti dei club e i fronti del no. Il sindaco torna a ribadire - e cita il promoter dei concerti Claudio Trotta pro Meazza, che «se esiste la possibilità che qualcuno prenda in affitto San Siro per farne un uso che ha senso non avrei nulla da dire e cercherei di collaborare. Per il Comune non esiste una funzione pubblica che giustifichi la permanenza dello stadio storico».
Dal calcio alla tv, dopo l'incontro con i nuovi vertici Rai è «fiducioso» sulla creazione del nuovo centro di produzione al Portello, «ci scommetterei soldi miei, oggi non possono prendere una decisione fuori dal piano industriale che sarà presentato a marzo». Sul voto per le Regionali nel 2023 infine ammette che «in questa situazione forse le primarie si potrebbero evitare. Il tema sarà capire se è meglio un politico o un profilo più tecnico.
Ad oggi ho avuto solo un incontro con una persona che ha manifestato interesse, il sindaco di Brescia Emilio Del Bono che è un nome assolutamente autorevole, però vediamo se ci sono altri in campo. La battaglia è in salita, è più facile che vinca il centrodestra, va dato almeno un anno di tempo al candidato per girare la Lombardia quindi spingerò, va scelto velocemente».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.