"Noi, Calendar girls nude in scena solo per beneficenza"

Angela Finocchiaro e Laura Curino nello spettacolo tratto dal film di Cole: "Siamo tra i 40 e gli 80, nessun imbarazzo"

"Noi, Calendar girls nude in scena solo per beneficenza"

Non sono finite certo appese nell'abitacolo di un camionista, né in un poster inserto di «Playboy». Ma, ragazzi, in poco più di dieci anni hanno raccolto la bellezza di due milioni di sterline. Praticamente tutte incassate al servizio della ricerca sulla leucemia. Distinte signore bianche di carnagione, nude come mamma le fece (parecchio tempo fa) a combattere i globuli bianchi. La si butta sul ridere ma, in fondo, la battaglia delle «Calendar Girls» è nata così, tra un dolore e un sorriso. Da una storia vera nacque un film di culto, nel 2003: regia di Nigel Cole, la fascinosa e stagionata Helen Mirren stella del cast. Oggi, un drappello di coraggiose e brave attrici italiane portano quella stessa storia sui palcoscenici del nostro paese (fino ad oggi, più di cento repliche in tutta Italia, e anche in questo caso con parte degli incassi a favore dell'Ail, associazione contro le leucemie). A guidarle, gli occhi azzurro acqua, il sorriso ironico e la bravura di Angela Finocchiaro. «Calendar Girls» approda al Teatro Manzoni dal 12 al 29 novembre (ore 20.45, ingresso 35-15 euro, info 800.914.350) sbandierando un ottimo cast dove, insieme all'attrice milanese, figurano la veterana Ariella Reggio, Carlina Torta, Matilde Facheris, Corinna Lo Castro, Elsa Bossi, Noemi Parroni e (perfino) due uomini, Marco Brinzi e Titino Carrara. La storia è nota: Un gruppo di donne fra i 50 e i 60 anni membri del Women's Institute si impegnano per una raccolta fondi destinati ad acquistare un divano per la sala aspetto di un ospedale: in quello stesso ospedale è morto di leucemia il marito di una di loro, Annie (Curino). L'idea della più birichina del gruppo, Chris (Finocchiaro), è di realizzare un calendario dove apparire nude, ognuna in una posa del quotidiano, come preparare dolci o giardinaggio. Il risultato, un successo che dura ancora oggi. Perché l'ironia e l'intelligenza, talvolta, possono di più della lussuria. «Tocca a me il ruolo del Pierino della situazione – spiega divertita Angela Finocchiaro – Faccio la femmina alfa, vivo un po' annoiata in un modesto negozio di provincia, ho smanie di protagonismo e trovo la ricetta per abbinarle alla generosità». Alla faccia delle generosità: spogliarsi non deve essere stato facile. «Tutte noi abbiamo detto sì sullo slancio iniziale – spiega l'attrice milanese – poi dopo, alle prove, ci siamo rese conto dell'impresa. Coi vigili del fuoco e gli addetti ai lavori a bordo palco, per capirci». E siccome a denudarsi integralmente (in una singola scena che è il clou dello spettacolo ma certo non ne esaurisce la storia) sono signore tra gli over 40 e gli 80, si pensò sulle prime a dei trucchi, i cosiddetti «accademici»: «Sono coperture color carne con cui però – rivela Finocchiaro – alla fine facevamo pena. Quindi abbiamo deciso per il nudo. Il segreto è l'uso scientifico degli oggetti collocati e spostati al posto e al momento giusto in scena, con le luci che fanno il resto». Missione riuscita, tanto che Laura Curino si lascia andare a una battuta chiarificatrice: «Almeno per me, ora è più faticoso indossare una parrucca che fare quella scena di nudo».

Il pubblico? «Reagisce con generosità – spiega la regista Cristina Pezzoli – Apprezza la sfida». L'unica a non spogliarsi è la più giovane del cast, Noemi Parroni, che però spiega: «Interpreto quattro personaggi, e posso assicurare che sudo già sette camicie a cambiarmi continuamente di costume».

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