Gli uffici sono ancora mezzi vuoti ma la vista nuovo grattacielo di Palazzo Lombardia invita a pensare in grande. Del resto Cristina Cappellini - neoassessore regionale alla Cultura - vanta natali a Soncino, piccolo paese nel Bresciano che diede alla luce Piero Manzoni, forse il più importante artista lombardo del Dopoguerra. Anche lui a 30 anni era già famoso. Lei però, classe 1978 e laureata in giurisprudenza, non si vergogna di dire che quella poltrona prestigiosa proprio non se l'aspettava; ma da lombarda combattente già reduce dalle campagne romane al fianco di Bossi e Maroni a Montecitorio e al ministero delle Riforme, accetta la sfida. Il suo primo evento ufficiale sarà il 3 giugno con l'intitolazione del belvedere del Pirellone a Enzo Jannacci.
La cultura per lei non è un mistero, visto che ha pubblicato diversi racconti e vinto concorsi di poesia...
«Se per questo ho anche un romanzo nel cassetto, un giallo ambientato proprio al mio paese, Soncino. Ma adesso finirlo sarà dura...»
Tutte storie legate alle identità locali. L'anima leghista non si smentisce...
«Mi hanno sempre interessato le culture territoriali che sono un patrimonio da difendere con le unghie e con i denti. Ora che sono qui sarà una buona occasione».
Siede su questa poltrona da sole tre settimane. Ha già le idee chiare?
«Posso già annunciare alcune mosse che attuerò in tempi brevi e qualche altra pronta nel cassetto».
Da dove cominciamo?
«Dal territorio, appunto, che non vuol dire solo Lombardia ma quel concetto di macroregione su cui Maroni insiste da tempo. Il mio primo progetto riguarda da vicino Expo ed è una card turistica che garantisca l'accesso a tutti i musei di Lombardia, Veneto e Piemonte. Da qui in avanti vogliamo agire in sinergia con le imprese culturali di tutto l'arco alpino, compresi gli Stati d'oltre confine».
Con quale obbiettivo?
«Quello di far emergere le eccellenze in tutti i settori, dall'arte al design alla moda, stimolare la competitività e mettere a punto progetti e prodotti comuni. Partiremo subito, a maggio e giugno, con i Creative Camps, veri e propri workshop che coinvolgeranno imprese, istituzioni e università di sei Paesi, tra cui Italia, Francia, Germania, Slovenia, Austria e Svizzera».
Expo a parte, lei arriva in un periodo poco roseo, soprattutto per la cultura...
«Il problema dei tagli alle risorse è ormai un dato acquisito. Ma la mia sfida sarà quella di attirare nuovi fondi europei per progetti di ambito culturale. In sede legislativa, invece, ho già pronte delle proposte che certo non peseranno sulle casse».
Ad esempio?
«Chiederò una normativa, come già esiste in Piemonte e in Veneto, per la tutela del patrimonio linguistico lombardo. Poi vorrei che la nostra regione avesse una nuova bandiera».
La rosa camuna non le piace?...
«La rosa è un simbolo, ma io intendo una vera bandiera».
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