La sfilza di minacce e insulti - pronunciati in un italiano perfetto e seguiti da altrettanti altri in una lingua incomprensibile - è direttamente proporzionale alla seccatura provocata. Che quindi è di quelle ad alta intensità. Trovare parcheggiatori abusivi in città infatti non è un'impresa epica, ma fotografarli mentre sono all'opera è tutta un'altra storia. Tanti, tantissimi africani, qualche mediorientale e un discreto numero di connazionali, sono sempre all'erta, consapevoli del loro ruolo assolutamente fuorilegge ma anche dell'eterno, maniacale utilizzo della vettura da parte dell'italiano medio. Che l'auto non la usa solo per entrare in chiesa a sposarsi e passa così metà dell'esistenza al volante e l'altra alla ricerca convulsa di un posto dove lasciare le quattro ruote possibilmente senza farsi multare. Talmente stressato, distratto (o forse anche solo pigro) da non rendersi conto che spesso, a pochi passi, c'è una di quelle colonnine per pagare la sosta in maniera regolamentare e così finisce per dare denaro a un tizio qualsiasi che gli si avvicina e, con un borsello a tracolla e qualche gesto dall'apparenza risolutiva, gli «salva la vita».
Per questa ragione, mentre fanno strada ad automobilisti alla ricerca di un posto libero e li accompagnano fino a parcheggio come veri professionisti del mestiere, questi abusivi si guardano sempre intorno circospetti, pronti a scattare. In via Benedetto Marcello si dividono il lavoro in sei, da una parte all'altra della strada tagliata da via Vitruvio. Sono tutti africani, ghanesi e senegalesi, qualche tunisino. Appena si accorgono che qualcuno posiziona il telefonino in maniera sospetta e che potrebbe immortalarli, scatta il coprifuoco. Con un passaparola immediato grazie a telefonate lampo si radunano intorno all'intruso che ha un bel da spiegare come stia fotografando la zona per il desiderio di comprare casa lì (peraltro chissà perché non potrebbe corrispondere al vero) e cominciano a urlargli contro, non lesinando offese di ogni tipo, mentre uno di loro annuncia: «Adesso vedrai, vedrai chi chiamo!» e mentre avvicina con una mano il cellulare all'orecchio, nell'altra fa roteare un coltello a serramanico.
In fuga da questo «racket della sosta» verso la stazione Centrale, all'angolo tra via Scarlatti e piazza Luigi di Savoia, troviamo invece un'altra tipologia di parcheggiatori, all'apparenza più tranquilli, di sicuro più abili dei precedenti. Pronti a mettere addirittura dei dissuasori di sosta e transito e in possesso di veri e propri segnali stradali che indicano un divieto con possibilità di rimozione del mezzo - posizionati in un angolo strategico, facili da reperire senza dare nell'occhio - pur di impedire che alcuni posti vengano occupati liberamente e senza pagare da vetture che ne avrebbero invece tutto il diritto. Naturalmente il «divieto» sparisce all'istante se l'automobilista alla perenne ricerca del posto libero incrocia il loro sguardo disponibile.
Per sottolineare infatti quanto, molto spesso, chi si lamenta dei parcheggiatori abusivi abbia anche gran colpa della loro esistenza, basta raggiungere via Andrea Doria, in zona Loreto. Dove in un'area quasi sterrata c'è un italiano diventato ormai una istituzione. Un signore gentile, punto di riferimento di coloro che, tra le 11 e mezzogiorno - orario tra i più proibitivi per trovare un «buco» per lasciare la vettura in città - sono in astinenza da parcheggio come un alcolizzato che tenta disperatamente di smettere di bere sapendo che non potrà farcela da solo. Organizzato fino allo spasimo, il personaggio in questione utilizza persino dei coni dissuasori di colore arancio che tiene infilati uno dentro l'altro in un punto dove avrebbe potuto lasciarli un qualsiasi stradino.
Il giro di vite dell'Amministrazione comunale c'è stato, seppur solo troppo di recente. Tra l'ottobre 2017 e l'ottobre 2018 la polizia locale in città ha emesso infatti 930 sanzioni ai parcheggiatori abusivi, il 430 per cento in più rispetto all'anno precedente. Sì, avete letto bene: il 430 per cento in più. I «ghisa» hanno alzato la guardia contro chi prova a far pagare il parcheggio agli automobilisti senza averne titolo.
Pare evidente però che chi sta dietro al giro di denaro scaturito da realtà come quella di via Benedetto Marcello, molto simile a un'attività di criminalità organizzata con sentinelle armate e dalla minaccia facile, non si faccia spaventare da qualche multa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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