“È stato ciclo di ripartenza formidabile, quello di Fiera Milano, voluta e preparata con determinazione non appena le condizioni lo hanno consentito, con la capacità di costruire un palinsesto di 31 manifestazioni professionali e per il pubblico che si sono susseguite da settembre a dicembre: dal Supersalone del Salone del Mobile all’Artigiano in Fiera. Dal punto di vista dei benchmark europei credo sia l’unica fiera che ha fatto un numero di eventi così importante per qualità e soprattutto di queste dimensioni sia a livello nazionale che internazionale, riportando il mondo a Milano tornando spingere il made in Italy e l’economia”. Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, non nasconde la soddisfazione per un risultato che è andato oltre le aspettative.
Fiere e congressi azzerati dalle restrizioni sanitarie, ma in realtà grande lavoro ai box per essere pronti alla ripartenza. “È stato fatto un grandissimo sforzo per consentire ad allestitori, espositori e visitatori di lavorare ed essere presenti in totale sicurezza, un lavoro incredibile sul tema dell’accesso con il green pass e per chi ne era sprovvisto di fare il tempone prima dell’ingresso. Nei quartieri espostivi strumenti tecnologici consentono di intervenire in caso di assembramenti con un monitoraggio continuo che evidenzia i potenziali problemi da risolvere in tempo reale”.
“Questo Fiera Milano l’ha fatto molto bene al punto che ha ricevuto tantissime ringraziamenti anche da operatori internazionali come quelli di CPhI Worldwide, il più grande evento internazionale dell’industria chimico-farmaceutica e di Informa, il più importante operatore fieristico del mondo che mi hanno riferito personalmente la loro soddisfazione nel verificare come ci fosse un grado di sicurezza sanitaria così elevato che non avevano visto in altri Paesi europei. E questo devo dire è merito dei colleghi di Fiera: hanno fatto un grandissimo lavoro - aggiunge Pazzali - che è stata uno dei motori dell’allestimento della struttura di Ospedale Fiera e in quei momenti così importanti per la lotta al Covid ha maturato una forte sensibilità sul tema anche perché come Fondazione abbiamo contribuito a dare un indirizzo nel garantire a chi lavorava in questo contesto la massima sicurezza possibile”.
E se la situazione della pandemia genera ancora incertezze, la Fondazione guarda al futuro con ottimismo perché “Milano l’ha sempre fatto, il cambiamento è nel suo Dna, ad ogni crisi rilancia e ne esce diversa e più forte. E questo riguarda anche noi”. Il rilancio e la sfida del cambiamento è il nuovo Piano industriale 2022-2024 che prevede investimenti di quasi 70 milioni euro. “Il programma che avevamo disegnato nel 2019 ha avuto un blocco temporaneo legato alla pandemia, con l’approvazione del nuovo Piano ridisegniamo le nostre strategie che vedono sempre come priorità assoluta Fiera Milano e il suo patrimonio immobiliare come come punto di partenza ma a questo aggiunto altre tre grandi linee di attenzione e di sviluppo: digital & green, conoscenza e innovazione di comunità”, sottolinea il presidente.
Sostenibilità e tecnologia per ridisegnare il futuro post pandemia e anticipare i cambiamenti che però dovranno basarsi sempre di più sul fattore umano e quindi sulla conoscenza e la formazione professionale perché l’economia della bellezza - come ad esempio la nuova Milano che continua a svilupparsi - è legata all’economia della conoscenza. Tema quest’ultimo su cui la Fondazione ha investito da anni con l’Accademia Fiera, unica al mondo nel suo genere a organizzare corsi di alta formazione dedicati all’exhibition e all’event manager come il Progea e il nuovo Meed aperto anche a studenti stranieri. La novità più importante è il progetto di realizzazione nell’area di Scarampo, al Portello, di un Campus per 1.200 tra studenti e docenti, dedicato al mondo delle fiere, dal design al food, dalla salute alla moda. “Un mestiere molto complesso che ha bisogno di essere accompagnato dalla conoscenza. E questo è un altro target che ci siamo dati nel quadriennio perché possa essere un punto di sviluppo della futura Fiera Milano”.
“Il terzo elemento è poter dare un contributo importante alla nostra comunità, vogliamo provare ad essere uno dei motori dell’innovazione sociale. L’abbiamo fatto con l’Ospedale Fiera, con i centri vaccinali, e ci impegneremo anche su questo. Nuove esperienze che faremo in una logica di alleanze, stiamo già operando con istituzioni, università, aziende che rappresentano eccellenze di questi tre settori, perché possano aiutarci a fare questi percorsi innovativi”.
Guardando invece alla crescita sui mercati internazionali di fiere, congressi ed eventi in Italia che spingono il turismo leisure, culturale e business, Enrico Pazzali propone di ragionare sul tema della competitività delle nostre destinazioni business. “L’Italia produce grandi fiere ed eventi di tutti i tipi che sono organizzati a livello di sistema città, ad esempio a Milano, Bologna, Verona, Roma: ciascuna ha le proprie caratteristiche e capacità. Il passaggio che potrebbe avere un senso è quello di mettere insieme questi sistemi per rendere più attrattiva la loro offerta a benefico di tutto il Paese.
“Faccio un esempio - spiega - abbiamo un sistema congressuale diffuso legato molto alla municipalità che è anche un pò in sofferenza perché non è facile essere redditizi in questo settore e ciascun sistema deve essere capace di valorizzarsi e promuoversi all'estero. Milano che è più grande ce la fa meglio di altri più piccoli. In una logica di sistema mettere insieme i più importanti centri congressuali del Paese con un’unica governance di promozione a livello internazionale potrebbe davvero creare un beneficio enorme per le città e per tutto il Paese. Ci renderebbe unici e più forti, varrebbe davvero la pena sperimentarlo”.
Sfide del futuro, del cambiamento che è in gia in atto che il presidente di Fondazione Fiera Milano sottolinea citando un frase dello scrittore giapponese Haruki Murakami, “Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche
tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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