«Beppe Sala e la sua coalizione sono a corto di idee, li tiene uniti solo l'antifascismo e un antiberlusconismo che onestamente pensavo fosse ormai superato anche a sinistra». Il capogruppo e capolista di Forza Italia Fabrizio De Pasquale non ha altre parole per commentare il programma elettorale del sindaco, poco spazio a nuovi progetti e molto alle dichiarazioni contro il centrodestra. «Siamo molti diversi dai nostri avversari - scrive Sala -. Per noi politica è indipendenza di giudizio per loro appartenenza a una casacca (o a tante casacche)». E «Milano non ha bisogno di yes men o yes women nei confronti dei potentati che li hanno eletti, a partire da Arcore e dintorni». Il consigliere azzurro Gianluca Comazzi, anche lui nella testa di lista di Fi, ricorda che Sala arrivò la prima volta a Palazzo Marino come direttore generale dell'allora sindaco Letizia Moratti, «se parliamo di yes men - dichiara - io ricordo uno yes man della Moratti che oggi finge di non ricordare quell'esperienza» o «uno yes man di Renzi, agevolato nella sua corsa a sindaco di Milano» nel 2016 dall'ex segretario Pd «che ha poi rinnegato come suo mentore Forse non si tratta di signorsì, la differenza sta in chi non rinnega i propri valori e le proprie appartenenze e chi per il potere si trasforma continuamente». C'è un altro passaggio del programma contestato, quello in cui Sala promette più Zone 30 controllate da autovelox. «Sala - avverte Comazzi - vuole una Milano da incubo, dove le auto procederanno a passo d'uomo e per raggiungere il posto di lavoro ci si impiegherà mezza giornata. La Milano delle multe, delle tasse e del traffico impazzito: un modello agli antipodi del nostro, basato sugli incentivi e non sui divieti».
E a proposito di divieti, è scattata una pioggia di ricorsi contro quelli imposti dal Regolamento per la qualità dell'aria approvato dal consiglio lo scorso 19 novembre nonostante la dura opposizione del centrodestra. Giorni fa, nella stessa seduta, la giunta ha dovuto votare tre costituzioni in giudizio davanti al Tar per udienze che sono fissate tutte il prossimo 5 ottobre. Il primo ricorso è stato depositato da Cristoforetti Servizi Energia spa, Assopetroli e Assoenergia che chiedono l'annullamento dell'articolo 3 del Regolamento che vieta l'installazione (anche in sostituzione) dei generatori di calore per impianti termici civili con potenza inferiore a 3mw alimentati a gasolio, kerosene e altri distillati leggeri e medi di petrolio e loro emulsioni e vieta l'utilizzo di tali impianti a partire dal primo ottobre 2022. Secondo i ricorrenti il Comune non ha potere in materia e mette a bando gli impianti a prescindere dalle performance. Il secondo ricorso, proposto da Garage Velasca e altri undici firmatari, mette alla berlina l'articolo 11 che obbliga i titolari di impianti di distribuzione del carburante a dotarsi di infrastrutture di ricarica elettrica (le «colonnine»).
Il terzo ricorso, proposto da E.R.M. e M.C.M., punta ad annullare gli articoli 9, 12 e 13 che hanno fatto scattare dal primo gennaio il divieto di fumo nei parchi, alle pensiline dei mezzi e dei taxi, nelle strutture sportive compreso lo stadio, in aree cani e cimiteri.
Lamentando una «lesione della libertà di fumare e della libera iniziativa economica dei rivenditori di monopoli». La giunta sostiene che ha approvato la costituzione in giudizio nei tre procedimenti invece che è convinta che siano tutti infonanti e difende il potere di regolamentare in materia. La parola ai giudici.
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