Pisapia arriva (per ultimo) «Mafia? Non c'è»

Quando arriva a Quarto Oggiaro per un incontro pubblico, ieri sera alle 21.15, Giuliano Pisapia è con il suo braccio destro Paolo Limonta e, all'entrata di Villa Scheibler, si mostra subito piccato. «Il sindaco c'è, la giunta c'è, sia per fare festa, sia quando è il momento di ragionare e riflettere - ci tiene a precisare subito - Ma io non amo apparire, preferisco operare. Anche perché Milano andrà sempre più verso la municipalità e ogni quartiere avrà un maggiore autonomia». Sta per salire le scale quando una giornalista lo rincorre, telecamera in mano e domanda diretta: «Ma signor sindaco, c'è la mafia a Quarto Oggiaro?». Pisapia si ferma, si prende qualche secondo per riflettere: «La mafia è un'altra cosa - ribatte poi secco il primo cittadino -. Non bisogna fare allarmismo, ma serve maggiore presenza sul territorio».
Nella sala, al primo piano, lo aspettano un centinaio di persone, tra cui la vice sindaco Ada De Cesaris, i «suoi» assessori, Carmela Rozza (Lavori pubblici) Marco Granelli (Sicurezza) e David Gentili, presidente della Commissione antimafia del Consiglio comunale. La gente lo applaude al suo arrivo, gli interventi dei vari rappresentanti di alcune realtà storiche di Quarto Oggiaro - dal Circolo Carlo Perini, fino all'Associazione Quarto Oggiaro Vivibile - sono pacati.
«Quarto Oggiaro non è il Bronx - spiega Pisapia nel suo discorso - Dobbiamo vincere la paura, ma non lanciare un messaggio distorto, quello che sarebbe arrivato se io mi fossi precipitato nel quartiere immediatamente dopo gli omicidi.

Inoltre non parliamo più di Milano come di una città con un centro e delle periferie, ma piuttosto come un aggregato di quartieri».
Caustico il commento del leghista Iezzi alle agenzie: «Perché Pisapia non va al mercato del giovedì a incontrare gli altri cittadini del quartiere?».

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