Anche l'ospedale alla Fiera di Bergamo, realizzato dagli Alpini, torna operativo come presidio Covid. Ieri sono stati ricoverati i primi quattro pazienti, che a differenza di marzo provengono da Milano e dalla Brianza, le aree più colpite dalla seconda ondata dell'epidemia. L'ospedale da campo potrà accogliere, se sarà necessario, 24 posti letto di terapia intensiva e semi intensiva. La direzione sanitaria è affidata al Papa Giovanni XXIII, da cui arrivano i primi medici e infermieri impiegati.
Da ormai cinque mesi i letti dell'ospedale degli Alpini erano vuoti, anche se il presidio ha sempre funzionato come ambulatorio per i controlli periodici dei malati di Coronavirus. La settimana scorsa la decisione di riattivare il reparto Covid. L'Associazione nazionale Alpini infatti spiega che in questi mesi «l'operatività a favore della popolazione non si è mai arrestata. Per contribuire a fronteggiare l'epidemia, l'Ana aveva deciso già a febbraio di schierare a Bergamo il suo ospedale da campo, la più grande struttura di questo tipo in Europa». Dalla partenza a febbraio ci lavorano centinaia di volontari. «L'Associazione nazionale Alpini - sottolinea il presidente Sebastiano Favero - conferma così la sua storica volontà e capacità di azione a favore del Paese. L'ospedale da campo è una risorsa che le Penne nere hanno voluto, con lungimiranza e notevole impegno, proprio per fronteggiare le emergenze». Aggiunge il responsabile della Sanità alpina Ana, Sergio Rizzini: la struttura si è impegnata «prima nel controllo degli aeroporti e poi progettando e costruendo l'ospedale degli Alpini in Fiera a Bergamo; impegno mantenuto in questi mesi fornendo il supporto logistico perché l'ospedale restasse operativo, grazie anche al prezioso aiuto della Protezione civile Ana e dei volontari antincendio Ana». Anche da Codogno arriva supporto a Milano. Lo racconta Andrea Segalini, medico di medicina interna all'ospedale che accolse il Paziente 1 e referente per Cremona del Tavolo sanità di Azione: «Ora - spiega su Facebook per presentare la mozione che sarà discussa oggi in Consiglio regionale - il nostro ruolo è invertito rispetto alla prima ondata. Nel senso che a Codogno siamo a supporto di Milano, essendo insieme nella stessa Ats della città metropolitana.
A marzo Milano ci aiutava sui pazienti Covid, adesso al contrario Lodi e Codogno stanno cercando di aiutare Milano, che è un po' il centro regionale insieme a Varese e Monza della nuova ondata. Siamo tutti pronti, forse un po' più stanchi rispetto a marzo, ma propositivi. Non è il momento di fermarsi e protestare ma di lavorare in modo costruttivo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.