Pur sapendo che i suoi precedenti non erano certo una buona credenziale di sincerità, di fronte ai carabinieri ha preferito essere subito molto chiaro: «Sono malato di gioco, un vero e proprio patito delle macchinette. E faccio rapine proprio per ripianare i miei debiti. Purtroppo non risolvo nulla perché ormai è diventato un circolo vizioso, non ne vengo più fuori». Una versione almeno plausibile visto che, anche in quel momento - quello dell'arresto - il pregiudicato era stato sorpreso e bloccato proprio davanti a un videopoker.
Cinquantacinque anni, una sfilza di arresti per furti e rapine alle spalle, Francesco G., palermitano residente a Milano, è finito in manette nella tarda mattinata di lunedì mentre si trovava all'interno di una sala giochi di via Chiesa Rossa. Poco prima, alle 12.30, aveva messo a segno un colpo in un'agenzia di scommesse di via Valla, allo Stadera. Impugnando un taglierino e con il volto scoperto aveva terrorizzato i clienti dell'agenzia ed era riuscito a impossessarsi di 2mila600 euro. Quindi, con il denaro ancora in mano, era scappato poco lontano dal luogo della rapina. In un'altra sala giochi. Dove, rintracciato nel giro di un paio di ore sia grazie ai filmati delle telecamere dell'agenzia rapinata ma anche perché riconosciuto senza ombra di dubbio dai gestori come «cliente fisso» di via Valla, aveva in tasca ormai solo 200 euro: il resto del denaro rimediato nell'assalto lo aveva già sperperato alle macchinette. E i carabinieri della stazione Barona e della compagnia Porta Magenta, a quel punto, non hanno potuto che portarlo in carcere.
Malviventi a parte, i veri «malati di gioco» sono in crescita in tutto il Paese.
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