Parata di carri e del popolo arcobaleno dalle 15 da via Vittor Pisani all'Arco della Pace e discorsi politici e musica (da Baby K a Francesca Michielin, Michele Bravi, Emma Muscat e altri) dalle 18 a mezzanotte. É il giorno del Pride Milano, sul palco montato all'Arco interverranno il sindaco Beppe Sala, il deputato Alessandro Zan promotore dell'omonimo ddl, l'assessore al Welfare Lamberto Bertolè, l'eurodeputato Pd Pierfrancesco Majorino, la senatrice M5S Alessandra Maiorino, attivisti Lgbt in Russia, Ucraina e Georgia. Non il delegato della Regione, in questo caso il grillino Dario Violi. Non è abbastanza che per la prima volta il Pirellone (adeguandosi a una mozione M5S votata con scrutinio segreto) invii per la prima volta un rappresentante ufficiale alla sfilata. «Nulla di personale chiaramente contro il consigliere Violi, ci fa piacere sia presente al Pride - spiega il presidente di Arcigay Milano Fabio Pellegatta - ma la Regione ha negato ancora il patrocinio, a testimonianza di una posizione ufficiale e di maggioranza che non riconosce i valori di questa manifestazione e il suo significato sociale. Sul palco ci va chi si sta adoperando per la crescita sociale e per costruire un percorso di crescita civile: bisogna dimostrare di fare qualcosa di concreto in questo senso. Quando lo farà anche Regione saremo orgogliosi di averla sul palco». Per il capogruppo regionale di Forza Italia Gianluca Comazzi «è uno sgarbo istituzionale che gli organizzatori avrebbero potuto risparmiarsi. Gesti come questo, oltre a mettere in luce scarso aplomb, sono l'ennesima prova del fatto che manifestazioni simili, pur parlando continuamente di inclusione, restano divisive e di parte».
Il sindaco ha pubblicato alla vigilia ha pubblicato sui social una foto sulla poltrona rossa (la stessa della memorabile immagine coi calzini arcobaleno), questa volta i colori Lgbt sono sul taschino della camicia. Il Comune ha inaugurato la Pride week con un tram arcobaleno e ieri ha intitolato i giardini di piazza Sei Febbraio all'attivista Usa Harvey Milk ucciso nel 1972. Per convinzione e (anche) per business. «Una città a vocazione internazionale come Milano deve sapersi posizionare in modo forte e chiaro, il mondo Lgbt fa anche del bene all'economia della città» ha sottolineato ieri in Commissione l'assessore Martina Riva. Milano ospiterà dal 26 al 28 ottobre all'Unahhotels Expo Fiera la 38esima edizione della convention internazionale di Iglta, tra i più importanti eventi a livello mondiale sul tema dell'accoglienza turistica Lgbtq+, attesi oltre 700 operatori. E Riva ricorda che in Italia il turismo gay «genera 2,7 miliardi di fatturato all'anno in Italia», un miliardo e mezzo solo in città. E «a Milano è un turismo appassionato dei temi che spingiamo con convinzione, design, moda, food». Per questo il Comune, in collaborazione con l'Associazione Italiana Turismo Gay e Lesbian, ha lanciato una «call to action» ad associazioni, negozi, bar, aziende e soggetti interessati a progettare e proporre nel periodo della convention - dal 20 al 30 ottobre - iniziative ed eventi (mostre, dibattiti, presentazioni di libri, feste e aperitivi ecc) legati al mondo della comunità gay. Per promuovere la città e «in particolare il quartiere Porta Venezia noto come Rainbow District». Una specie di «fuorisalone arcobaleno». Le idee dovranno essere inviate entro il 22 luglio. In Commissione il presidente della Commissione Sicurezza Michele Albiani (Pd) ha contestato «la decisione calata dall'alto senza coinvolgere prima i locali di Porta Venezia che tutto l'anno si impegnano per portare avanti regole di convivenza con i residenti, non è degno di questa amministrazione.
La zona soffre già i problemi di movida, non si possono organizzare aperitivi e feste sulla pelle dei commercianti». Riva precisa che ci saranno «eventi di tutti i tipi, non creiamo allarmismo, e saranno coinvolte anche altre zone, sicuramente l'Isola».
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