Giuseppe Pellicanò, il pubblicitario 51enne accusato di strage per l'esplosione della palazzina di via Brioschi dove abitava con ex compagna Micaela Masella e le figlie di 11 e 7 anni, deve restare in carcere. Il pubblico ministero Elio Ramondini, che ieri ha interrogato l'uomo con il procuratore aggiunto Nunzia Gatto prima di firmare il provvedimento di fermo, questa mattina ha inviato la richiesta di convalida al gip Giuseppina Barbaro, che potrebbe interrogarlo già domani.
Per il pm, inoltre, Pellicanò deve restare in carcere perché esiste il pericolo di reiterazione del reato vista la sua indole, il pericolo di fuga, perché l'uomo ha disponibilità economiche sufficienti a permettergli di espatriare, e il pericolo di inquinamento delle prove, dato che gli inquirenti stanno ancora sentendo parenti e amici di Pellicanò e della ex compagna e l'uomo potrebbe tentare di influenzare i loro racconti.
Gatto e Ramondini ieri mattina hanno ascoltato anche la figlia maggiore di Pellicanò con l'aiuto di uno psicologo. La bambina di 11 anni e la sorellina di 7 per il momento restano ricoverate all'ospedale Niguarda per le ustioni riportate. Nei prossimi giorni il Tribunale dei minori avvierà le procedure per l'affido delle piccole. Nel frattempo, emerge sempre più chiaramente il quadro familiare di Pellicanò e della ex compagna Micaela Masella, che da quasi due anni - poco dopo essersi separata - aveva intrecciato una relazione con un collega di lavoro del Teatro Carcano. Recentemente la coppia aveva affittato una casa vicina all'appartamento di via Brioschi e l'aveva completamente arredata, allestendo anche le stanze per le figlie della vittima e la figlia del compagno. Il trasloco ormai era imminente. E Pellicanò, nonostante si fosse affidato a un esperto del centro di mediazione familiare per gestire al meglio il distacco ed evitare traumi alle figlie, non aveva accettato l'idea di restare da solo.
Anche i nonni materni di recente si erano trasferiti nella zona dei Navigli proprio per aiutare la figlia nella separazione e contribuire a creare una sorta di rete familiare per le due bambine.
Dalle indagini, inoltre, è emerso che Pellicanò già nella notte tra giovedì 9 giugno e venerdì 10 giugno aveva svitato il tubo del gas della cucina per fare in modo che il gas fuoriuscisse nell'appartamento. Il tubo era rimasto staccato per circa 3 ore ed erano uscito abbastanza gas da creare danni piuttosto consistenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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