I numeri, le cifre, fanno sempre un certo effetto se sciorinate in periodi particolarmente difficili e davanti alle telecamere in trepidante attesa. Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese lo sa. E ieri mattina, giunta in prefettura accompagnata dal capo della polizia Lamberto Giannini, dopo il clamore dei fatti di Capodanno in Duomo e la chiamata con enfasi del sindaco Beppe Sala, ha partecipato a un Comitato per l'ordine e la sicurezza dedicato alle «problematiche vissute sul territorio parlando di quel che è andato, ma anche di quel che secondo me non è andato in maniera perfetta». Queste le sue parole al suo ingresso in sala stampa, sapendo di dover elargire qualcosa a Milano anche in un momento in cui tutta l'Italia chiede al viminale uomini in strada. «Aumenteremo in pochi mesi gli organici alla città fino a 255 divise» spiega Lamorgese parlando di 198 poliziotti «di cui 150 destinati alla questura di Milano, la metà nell'immediatezza», 140 carabinieri («70 subito e 70 da luglio») e «65 finanzieri in arrivo dai corsi appena terminati». A Milano cci sono già 611 militari dell'operazione Strade sicure - precisa quindi il ministro - sono rimasti quelli dell'anno scorso, mentre altrove li abbiamo diminuiti. E non dimentichiamo che per le manifestazioni dell'ultimo anno sono state assegnate a Milano 3.992 equipaggi per 11.977 unità». Infine conclude: «La nostra linea è che le unità che arriveranno dovranno vedersi in strada, il cittadino quando esce in strada deve sentirsi sicuro. Dobbiamo fare attenzione alla percezione di sicurezza dei cittadini. Purtroppo siamo reduci da un periodo particolarmente difficile, funestato da un evento dopo l'altro. Basti pensare che veniamo da 21 settimane di manifestazioni dei No vax». Ed è a quel punto che la titolare del Viminale cala il suo asso e spiega che è allo studio l'integrazione delle telecamere pubbliche e private in città e che il loro aumento raggiungerà quota 5mila.
Numeri che, al termine del Comitato, fanno sentire «rinfrancato» (come affermerà lui subito dopo) il sindaco Sala, ma che non hanno il potere d'incantare tutti e che, anche alla Lega - e in particolare al presidente delle a Regione Attilio Fontana che ha incontrato il ministro sempre a palazzo Diotti, ma nel pomeriggio - possono essere solo un inizio, seppur incoraggiante. «Bene i 255 uomini delle forze di polizia in più - commenterà più tardi il governatore lombardo -, ma non è sufficiente. Per il presidio di Milano e della città metropolitana utilizziamo anche le pattuglie dell'esercito».
Solo qualche accenno al temutissimo assalto delle mafie ai fondi del Pnrr, argomento altrettanto discusso durante il Comitato con il procuratore della Dda (Direzione distrettuale antimafia) Alessandra Dolci. «Faremo tutto il possibile - garantisce il ministro - per non fare arrivare quei soldi alla criminalità, monitoreremo in particolare certi passaggi di società. A chi gli chiede d'intervenire sull'argomento, Giannini ricorda che «al di là delle indagini in corso, è evidente che a fronte di movimenti così importanti di denaro c'è la necessità di alzare le antenne, sarebbe sbagliato non pensare che questi soldi fanno gola alla criminalità organizzata».
Sul tema il prefetto Renato Saccone assicura: «Abbiamo registrato in questi due anni di pandemia il moltiplicarsi delle licenze, soprattutto nel commercio; proseguiremo con le interdittive e il monitoraggio. Il fenomeno riguarda in particolare l'hinterland».
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