Diventeremo «tutti pazzi per la lilla», come recita lo slogan del nuovo metrò milanese, la linea M5, stampato ieri su sciarpe in tinta donate come gadget per il giro di prova ufficiale? Probabilmente sì. E le ragioni sono tante. Basta solo l'idea, diventata finalmente realtà, di dotare viale Zara, viale Fulvio Testi e tutta l'area che ruota attorno al Niguarda e alla Bicocca di una metropolitana all'avanguardia. Una delle zone più popolate della città (si stimano circa 15mila passeggeri l'ora) non aveva ancora un mezzo snello ed essenziale come si conviene a una metropoli, peraltro in procinto di ospitare un evento come Expo. Ed ora, eccola qui - dopo la rossa (linea 1), la verde (linea 2) e la gialla (linea 3) - la lilla. Con le sue nuove sette fermate (si parte dalla fermata di Zara, dove c'è l'interscambio con la linea 3, per passare poi a Marche, Istria, Cà Granda, Bicocca, Ponale con capolinea a Bignami) per un totale di 4,2 chilometri coperti in 8-9 minuti.
Solo il primo tratto (per la tratta tra la stazione Garibaldi e lo stadio San Siro bisognerà aspettare altri due anni, ndr), di questo gioiello tecnologico completamente automatico, cioè senza conducente. Che se trasporta con convogli più piccoli la metà dei passeggeri delle altre tre linee (532 posti per treno; 72, un po' pochi, quelli a sedere), lo fa però anche in metà tempo perché, appunto, più leggera.
I vagoni sono «chiusi», senza spazi tra pavimento e soffitto. All'interno sobrie sedute blu. Con le banchine completamente separate dai treni tramite porte, che si apriranno solo quando i convogli saranno completamente fermi ed allineati, eliminando del tutto, tra l'altro, il rischio suicidi.
Tutto bello, futuristico, quasi fantascientifico, quindi? Sì. Soprattutto se i tempi di costruzione dell'intera linea verranno rispettati. «Compensando» Atm, Ansaldo Sts, Astaldi, Torno Global Contracting Alstom Ferroviaria e Ansaldobreda e, naturalmente, Metro 5 spa dei 550 milioni di euro spesi finora.
I precedenti, in questo senso, non sono però entusiasmanti. I lavori della lilla iniziarono infatti nel luglio 2007. E il sindaco Giuliano Pisapia - che ieri, a sorpresa, insieme all'assessore Pierfrancesco Maran, ha presenziato al giro di prova, invitando con enfasi tutti i milanesi domenica mattina, alle 11, all'apertura ufficiale della M5 - caldeggiava l'operatività di questa prima tratta in occasione dell'Incontro mondiale delle famiglie tra il 30 maggio e il 3 giugno dell'anno scorso, così da creare un collegamento senza fermate intermedie con l'aeroporto di Bresso. Tuttavia i tempi per il collaudo vennero ritenuti insufficienti e bocciati da una commissione ministeriale. Così, l'apertura del tratto Bignami-Zara slittò per ottobre 20 scorso. Una data che, alcuni tecnici, stabilirono dovesse definitivamente cambiare (ma, com'è evidente, solo a parole) in favore di novembre e dicembre. Per arrivare, poi, finalmente a domenica 10 febbraio 2013. E un termine dei lavori dell'intera tratta che porta la firma ufficiale del sindaco: «Sicuramente la linea 5 sarà completata in tempo per Expo 2015». Parola di Pisapia.
Intanto ieri, nella sala comandi della nuova metropolitana attrezzata in viale Fulvio Testi con 8 telecamere, il presidente di Atm Italo Rota e l'ingegner Carlo Bianco, direttore dell'esercizio metropolitano, hanno spiegato che, proprio per assicurare un collaudo sufficiente a garantire la massima sicurezza e far «familiarizzare» il personale (50 nuovi addetti) da novembre i tre treni della prima tratta della lilla hanno percorso oltre 60mila chilometri. Un test «corposo» prima dell'ufficialità dell'inaugurazione.
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