La rabbia dei tour operator: "La stretta è folle e dannosa"

Fiavet e Confcommercio contro l'obbligo di tampone: "Scoraggia i viaggi, 2mila agenzie a rischio chiusura"

La rabbia dei tour operator: "La stretta è folle e dannosa"

«Alla cena natalizia del 2020 speravamo di ripartire con l'anno nuovo, due sere fa ci siamo dovuti augurare la ripresa nel 2022, siamo da capo». C'è rabbia e amarezza nelle parole di Giordano Nobile, presidente di Fiavet Lombardia, l'associazione dei tour operatori aderenti a Confcommercio. L'ultima batosta è l'ordinanza disposta dal ministro alla Salute Roberto Speranza che prevede obbligo di tampone negativo per entrare in Italia dai Paesi dell'Unione Europea (quindi anche per i viaggiatori italiani al rientro dalle vacanze) e quarantena di 5 giorni per i non vaccinati. Cerca parole soft per commentare la misura ma ammette che «prendere decisioni simili quando molta gente, magari già vaccinata con la terza dose, è già via o partirà a giorni per le ferie di Natale e Capodanno è demenziale». Prima l'effetto Omicron, ora la nuova stretta, «le nuove prenotazioni sono bloccate e chi ha già acquistato voli o pacchetti chiama, ha dubbi, teme che le regole cambino ancora mentre sarà in viaggio. E il rischio di zona gialle nelle regioni frena anche gli spostamenti in Italia. Chi è incerto rinvia a tempi migliori». C'è anche una questione di costi: «Una famiglia di 4 persone che va a Londra con voli low cost deve mettere in conto 90 sterline a testa per il tampone. Oltre al disagio di trovare la struttura dove farlo». In Grecia o nei villaggi turistici nelle mete dove sono stati aperti corridoi turistici come Maldive Seychelles o Mauritius «normalmente il servizio viene organizzato in struttura o portando gruppi di turisti in bus al centro Covid, più comodo e si spendono pochi euro. Dopo le prime disdette e dubbi legati a Omicron, ora le prenotazioni per il Natale alle Maldive sono abbastanza piene, d'altra parte il distanziamento sociale era una delle caratteristiche di queste mete anche prima del virus». Ma ribadisce che le misure del governo «attuate in maniera estemporanea ci fanno tornare indietro di un anno. Viviamo giorno per giorno, il clima di incertezza non favorisce le partenze nel periodo che per noi sarebbe economicamente il più fruttuoso dell'anno. Tutti ci siamo indebitati con prestiti e l'anno di pre ammortamento concesso a rate minime è finito, sono diventate più pesanti ma noi siamo rimasti più o meno alla stessa situazione. Quando finirà la cassa integrazione purtroppo temo scatteranno molti licenziamenti». Il segretario generale di Confcommercio Milano Marco Barbieri riceve da ieri «telefonate preoccupatissime degli operatori turistici milanesi delle nuove restrizioni ai viaggi da e per l'Italia. L'ordinanza di fatto chiude corridoi turistici, come la Giordania. E l'obbligo di tampone anche ai viaggiatori vaccinati crea un forte disincentivo al movimento turistico. Le conseguenze per i tour operator sono allarmanti. Parliamo di cancellazioni di gruppo e rimborsi da effettuare ai clienti. Questi problemi vanno ad aggiungersi alle gravissime perdite registrate in due anni di pandemia. In Lombardia ci sono 2mila agenzie di viaggio e i principali tour operator italiani. Imprese a forte rischio di chiusura. La preoccupazione è forte anche per gli albergatori, il livello di occupazione delle camere per i prossimi 30 giorni è già ai minimi. Siamo al 20% contro il 36% del 2019. É urgente riallinearsi alle regole europee, rivedendo queste restrizioni aggiuntive, alla luce del fatto anche che abbiamo il Green pass rafforzato. E dobbiamo prevedere urgenti sostegni al settore turistico che rappresenta più del 13% del Pil Italiano».

Il sindaco Beppe Sala difende il governo: «Capisco che l'Europa voglia avere garanzie, però in questo momento mi sembra una buona decisione. Se è sufficiente non si sa mai, ma mi pare che il nostro governo abbia tenuto una linea di rigore, perlomeno coerente dall'inizio. E credo che alla fine premierà».

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