Una doppia rivolta contro i deliri no vax. La prima, firmata Confcommercio Milano, è una petizione-appello per dire basta ai cortei selvaggi che da 15 sabati consecutivi tengono in scacco cittadini e commercianti. La seconda è il presidio organizzato oggi alle 18 dalla Comunità Ebraica davanti al Memoriale per dire «basta alle strumentalizzazioni della Shoah». La misura era già colma prima delle immagini choc arrivate da Novara, dove un gruppo No green pass ha osato sfilare per le vie del centro storico piemontese indossando pettorine a strisce verticali bianche e grigie, alcune con un numero identificativo appuntato addosso, e tenendosi a una corda che ricordava un filo spinato, chiaro riferimento ai lager nazisti. I gruppi politici parteciperanno in maniera bipartisan, hanno aderito e saranno presenti esponenti di Pd, Lega, Forza Italia.
Partendo dal primo atto di ribellione, Confcommercio ha lanciato la raccolta firme on line sul sito change.org. «Milano produttiva - si legge - vuole dire con chiarezza che la città non può e non vuole dividersi sulle soluzioni per combattere la pandemia; che la città dà spazio e ascolta da sempre le opinioni di tutti e che tutti hanno diritto di manifestare le proprie idee ma nel rispetto delle regole democratiche e della legge».
Milano, prosegue il testo, «vuole far sentire la voce pacifica ma ferma della grande maggioranza dei propri cittadini che non condivide la paralisi ogni sabato della città per cortei ripetitivi che spesso non rispettano le regole creando disagi crescenti e rischi per la collettività. Se non c'è condivisione sullo strumento dei vaccini e sull'utilizzo del green pass ci sono tutte le modalità democratiche per far sentire le proprie ragioni e per individuare propri rappresentanti da eleggere nelle istituzioni. Ma una minoranza, qualunque essa sia, non può imporre la propria volontà e tenere sotto scacco una grande città». E «in vista del periodo natalizio Milano non può accettare, dopo tutta la sofferenza di questo lungo anno e mezzo di pandemia, che si crei un clima di contrapposizione dannoso per la società civile e per il mondo delle imprese».
Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli sottolinea che «la probabile estensione dell'emergenza sanitaria dimostra che la pandemia resta ancora un problema aperto e una fonte di preoccupazione. Proprio per questo è fondamentale ricordare che è il Covid il nemico comune e non le soluzioni per combatterlo. La petizione che lanciamo è un appello forte alla responsabilità da parte di tutti, nel rispetto della libertà di tutti. Dopo un anno e mezzo drammatico Milano, e il nostro Paese, hanno assoluto bisogno di tornare a crescere in sicurezza. Tutti insieme per il bene comune e per la libertà».
La Comunità ebraica dice invece «basta con le stelle gialle, le casacche a righe dei prigionieri dei campi e i simboli di Auschwitz usati dai no vax. Non accettiamo paragoni tra le cure contro il virus e lo sterminio di persone innocenti. La nostra coscienza civile si ribella al confronto tra la distruzione degli ebrei d'Europa e norme che proteggono i cittadini. Chiediamo rispetto per le vittime, coscienza della storia del nostro Paese e difesa della memoria che ci unisce». Prima del delirio a Novara c'erano stati gli attacchi a Liliana Segre, gli striscioni «Ora e sempre Resistenza» alla testa dei cortei. Alle 18 davanti al Memoriale hanno già annunciato la presenza il Pd, il capogruppo milanese della Lega Alessandro Verri e quello di Forza Italia Alessandro De Chirico che ha «invitato la commissaria cittadina e altri esponenti azzurri a venire numerosi, è importante partecipare per ricordarsi di dove la follia umana possa arrivare. É gravissimo che qualcuno paragoni il Green pass alla deportazione, sintomo di una società malata e superficiale. Chi oggi sii dimentica della gravità della Shoah non è degno di alcuna solidarietà».
Il capogruppo Fdi Andrea Mascaretti invia la «vicinanza e solidarietà del partito alla comunità ebraica che incontreremo a breve. C'è diritto di manifestare ma va condannato l'uso improprio di simboli della sofferenza e della deportazione nei campi di sterminio».
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