"Racconto le città del Covid. Una magnifica culla d'arte"

Vittorio Sgarbi oggi a Villa Biancardi (a Zorlesco, Casalpusterlengo) per ricordare i grandi tesori di Lodi, Codogno, Casalpusterlengo

"Racconto le città del Covid. Una magnifica culla d'arte"

«A mia sorella Elisabetta è venuta l'idea di andare in luoghi da rovesciare, nella percezione collettiva. Da luoghi di malattia, epicentro del virus, a luoghi di bellezza e d'arte. Ho subito colto la palla al balzo, le ho detto brava sorella. Lodi, Codogno, Casalpusterlengo e tutta quell'area padana sono terre fertili di arte, di pittori meno visitati dei toscani Giotto, Botticelli, Ghirlandaio, ma altrettanto importanti nella storia di un Paese stracolmo di bellezza come l'Italia». A parlare è Vittorio Sgarbi, che con pacatissima competenza, anticipa i temi della lectio di stasera per la Milanesiana. Nella tappa a Villa Biancardi - un capolavoro in stile Coppedè - di Zorlesco, intorno ai «Tesori di Lodi, Codogno, Casalpusterlengo» (ore 21, ingresso libero, fino a esaurimento posti). «Un contributo alla ripartenza per tutta la Lombardia», dice Stefano Bruno Galli, assessore alla Cultura della Regione, che assieme al direttore del Teatro Comunale Carlo Rossi di Casalpusterlengo introdurrà Sgarbi con i saluti di rito. Il Lodigiano, ricorda Elisabetta Sgarbi, «è modello di resistenza e generosità. Essere a Casalpusterlengo con Vittorio è un segnale di vita, di entusiasmo, una festa delle idee».

«Vero - argomenta Sgarbi - mia sorella porta avanti uno dei pochi festival del 2020 che hanno superato la barriera e la paura del contagio. Il Lodigiano i milanesi lo conoscono in modo distratto, fermandosi magari a uno sguardo sulla piazza di Lodi. Che invece è città mirabile sotto ogni punto di vista, con chiese stracolme di opere d'arte e il Tempio dell'Incoronata, allo stesso livello delle opere bramantesche di Milano. In questa zona ci sono piccoli musei, cose da scoprire, in un'area che è stata fondamentale per l'educazione del Caravaggio. Dobbiamo dire grazie all'indimenticabile Roberto Longhi, che con i suoi studi ha collocato all'altezza che meritano artisti come Martino Piazza - suo il Polittico Berinzaghi -, Giovanni Agostino da Lodi, o il bergamasco Simone Peterzano, maestro appunto di Caravaggio. Parlerò anche, tra altro, del secentesco Santuario della Madonna di Caravaggio a Codogno. Questi sono luoghi padani meno consueti nella storia dell'arte, ma rientrano a pieno diritto nella nomenclatura turistica. A Lodi, nella chiesa di San Francesco, c'è una quantità di affreschi dal Trecento al Settecento. Ovunque ti giri ci sono tesori, tutte mete per escursioni stimolanti, a un passo dalla grande città, che spesso non si accorge del bello a portata di mano. Ci sono pitture di artisti che si sono fatti onore nel mondo».

Vittorio Sgarbi da sempre diffonde l'amore per l'arte, vero rimedio alla miseria dei tempi presenti, vera ricchezza - aldilà di ogni retorica da talk show - di un Paese come il nostro. «Ripeto, bene fa Elisabetta a diffondere il contagio culturale con la Milanesiana, che travalica i confini della metropoli e porta bellezza e cultura in altre città.

Un'espansione territoriale benefica, direi necessaria. Collaboro da sempre con Elisabetta, fin da quando non la sinistra, ma Ombretta Colli e il compianto Cesare Cadeo ci diedero spazi per incontri culturali nel cortile di Palazzo Isimbardi a Milano».

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