Parte dalla mamme consigliere, provate dalle maratone notturne, la riscossa per modificare il regolamento del consiglio comunale. Maria Elisa DAmico (Pd, presidente della commissione Affari Istituzionali), Elisabetta Strada (Lista civica per Pisapia, presidente ella commissione Educazione e istruzione) e Anna De Censi (Pd, presidente della commissione Benessere e qualità della vita) scendono in campo per cambiare le regole del gioco, perché il dialogo «diventi più utile e costruttivo per tutti». «Se avessi saputo che avrei dovuto fare la consigliera di notte mai mi sarei candidata, a 47 anni dovermi giustificare perché ho bisogno di dormire mi sembra eccessivo!» sbotta Maria Elisa DAmico. Ma guai a farne una questione di genere o addirittura di maternità, «è un discorso che coinvolge anche i papà e gli uomini in generale: siamo tutti disponibili a lavorare di notte, ma non per parlare degli antichi Egizi» spiega Elisabetta Strada. Ha portato anche a questo lostruzionismo selvaggio dellopposizione (3 maratone notturne, da 22 e 25 ore) che per far slittare lapprovazione delle delibere ha fatto ricorso a tutti i trucchi del mestiere.
Sullo sfondo il regolamento del consiglio regionale, che garantisce i diritti della minoranza, permettendo alla maggioranza di approvare i provvedimenti. «Servono una programmazione certa e tempi definiti per la discussione - spiega Damico che è ordinario di diritto costituzionale allUniversità degli studi -: finora siamo stati ostaggio dellostruzionismo, che in alcuni casi si è rivelato fine a se stesso. Il nostro regolamento non mette limiti agli interventi nè al numero di emendamenti. Lunica regola è Il presidente dellassemblea garantisce i diritti dei consiglieri». In alcune occasioni si è pensato di ricorrere al contingemento dei tempi (degli interventi dei gruppi) per mettere un limite al filibustering... «Sì, è previsto dal regolamento, ma non labbiamo usato nella discussione sul bilancio, mentre sul pgt è stato utilizzato male dallopposizione, tanto che la nostra capogruppo (Carmela Rozza) ha ceduto i suoi minuti per permettere a tutti i consiglieri di parlare».
Così sarebbe più utile trasformare gli «articoli 21» in question time, come in Parlamento: «i consiglieri depositano le loro interrogazioni - spiega DAmico - per sindaco e assessori il giorno prima e lora per gli articoli 21 viene dedicata alle risposte. È uno strumento molto efficace». In sostanza le modalità con cui è stata condotto il dibattito in aula in queste settimane «svilisce il senso della politica». La dimostrazione? «Abbiamo accettato le proposte della Lega e siamo orgogliosi delle modifiche che laula è riuscita a imporre alla giunta, che ha riconosciuto suoi errori - il dato politico -: ma se ci fossimo seduti intorno a un tavolo prima, evitando lostruzionismo avremmo portato a casa lo stesso risultato più serenamente». E poi... «ho visto molti colleghi provati fisicamente...». Quindi? «Non è questione di essere madri, anche se abbiamo dei figli, non ne farei una questione di genere, piuttosto di metodo, di impostazione di lavoro, un problema che riguarda tutti».
«A luglio cominceremo il lavoro, con il prezioso contributo dellopposizione, perché al di là degli schieramenti attuali - spiega Elisabetta Strada - è necessario garantire i diritti della minoranza permettendo alla maggioranza di governare». Quindici minuti a intervento sono troppi e inutili - per Strada - tanto che «si sente ripetere lo stesso concetto allinfinito», in Regione sono 5, al Parlamento europeo 3 e sono sufficienti.
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