Il decreto svuota carceri in vigore dai primi di luglio (e che, passato al Senato qualche giorno fa, seppure tra molte polemiche, potrebbe diventare presto legge) comincia a far sentire già i propri effetti? Sembra proprio sia così, come dimostra un fatto accaduto l'altroieri a Milano. Dove due balordi, processati per direttissima in mattinata erano già stati rimessi in libertà e hanno commesso un reato fotocopia del primo. Le misure per affrontare l'emergenza dei penitenziari sovraffollati che riservano la detenzione ai soli reati più gravi, tuttavia, sono in molti casi talmente paradossali che indignano sia l'operatore delle forze dell'ordine che ha proceduto all'arresto sia il comune cittadino-spettatore, entrambi impotenti davanti a criminali a cui i tribunali permettono di prendersi gioco di chiunque.
Ma vediamo cos'è successo in città. Attorno alle 13.30 di venerdì due marocchini di 24 e 33 anni sono stati arrestati dalla polizia per furto in uno dei negozi sportivi di una nota catena milanese nella centralissima galleria Pattari, a due passi dal Duomo. Ad allertare il 113 il personale di sicurezza del negozio che ha notato come i due entrassero in camerino con capi di abbigliamento e uscissero senza. Prima che lasciassero il negozio i due ladri sono stati bloccati: nei loro zaini c'erano tre magliette senza placca antitaccheggio. Quando gli agenti li hanno fermati, però, sono rimasti senza parole. Nella tasca di uno dei due c'era un verbale d'identificazione della polizia locale: qualche ora prima i due malviventi erano stati in tribunale in qualità d'imputati in un'udienza per direttissima. Giovedì, infatti, erano stati sorpresi a rubare in un altro negozio di articoli sportivi di corso Vittorio Emanuele (stavolta una nota catena americana, ndr) e per questo erano finiti a processo venerdì mattina. Evidentemente il giudice delle direttissime, in attesa del processo, ha scelto di non applicare ai due una misura cautelare detentiva ritenendoli socialmente non pericolosi. Subito dopo l'udienza, però, i marocchini lo hanno smentito e hanno deciso di provare a rubare ancora. Entrambi, dunque, sono finiti in manette con l'accusa di furto aggravato.
«In merito alla questione scarcerazioni facili il nostro sindacato è intervenuto più volte per richiamare l'attenzione pubblica su questa problematica che, a nostro avviso, non costituisce una soluzione al problema sovraffollamento - spiega Emanuele Brignoli, segretario regionale Ugl polizia di stato -. Anche il nostro segretario generale Walter Mazzetti, in una recente intervista, ha affermato che, fermo il diritto a scontare una pena in maniera civile, è sacrosanto anche il diritto degli operatori della polizia penitenziaria a svolgere il loro lavoro in condizioni adeguate, il che è ancora una chimera visto che restano reclusi con i reclusi. E pure sacrosanto è il diritto dei cittadini a non essere depredati sempre dai medesimi soggetti che restano in libertà. Queste scarcerazioni avranno un effetto sulla sicurezza considerato che le risorse a disposizione degli apparati che le devono garantire sono insufficienti.
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