I Verdi «ordinano», il sindaco esegue. A neanche 24 ore di distanza dall'ordine del giorno votato dalla maggioranza in Consiglio per chiedere misure per il «Risparmio energetico e un uso razionale dell'energia», come l'abbassamento delle temperature negli immobili del Comune, lo stop anticipato della stagione termica o lo spegnimento dell'illuminazione di alcuni monumenti, ieri la giunta ha approvato le linee guida per rispondere subito ad alcuni degli input. «Contro il caro bollette e gli aumenti dei costi dell'energia - recita la nota di Palazzo Marino -, il Comune dà l'esempio riducendo i consumi». É al lavoro per «abbassare di un grado» - da 20 a 19 - «le temperature e ridurre di due ore il funzionamento delle caldaie negli immobili comunali», non solo le sedi di uffici, sportelli o musei ma anche le case popolari. Ed è «allo studio» anche lo spegnimento delle caldaie in città prima del 15 aprile «in relazione alle condizioni meteo, fatta eccezione per luoghi di cura, scuole e asili».
La giunta realizzerà in tempi brevi anche un «vademecum del risparmio energetico» per cittadini e imprese, ci saranno anche «suggerimenti per una mobilità più sostenibile e attiva». Si affiancherà «ad azioni e progetti da realizzare nel corso del mandato in materia di efficientamento energetico, promozione e sviluppo delle fonti rinnovabili su edifici pubblici e privati».
E il centrodestra fa notare che la giunta dovrebbe partire da lì, invece di penalizzare inutilmente alcune categorie. «Assecondare la richiesta dei Verdi di spegnere prima le caldaie negli immobili e nelle case popolari è un'autentica assurdità - attacca il consigliere di Forza Italia Marco Bestetti -, farà ricadere sui dipendenti pubblici e sui milanesi in difficoltà le conseguenze del loro populismo energetico. Per decenni i Verdi si sono opposti all'impiego dei ricchi giacimenti italiani di gas o allo sviluppo del teleriscaldamento derivante dal ciclo dei rifiuti, spingendo il Paese verso una rilevante dipendenza energetica dall'estero. Ora che la crisi ucraina sta mostrando quali siano le reali conseguenze di quelle posizioni, al posto di nascondersi dalla vergogna o di chiedere scusa, pretendono addirittura che siano i cittadini a pagarne il prezzo. Invece di lasciarli al buio e al freddo la giunta sfrutti meglio le opportunità concesse dai bonus nazionali per l'efficientamento energetico degli immobili comunali e delle case popolari, dove gli infissi sono disastrosi, in certi casi è come tenere le finestre aperte».
Il capogruppo Fi Alessandro De Chirico da anni lamenta «il caldo eccessivo» in alcuni uffici pubblici ma per gli abitanti Mm, ironizza, «19 gradi sarebbero una conquista, in tantissimi casi la temperatura non arriva a 15». Figurarsi spegnere in anticipo. Il leghista Alessandro Verri sottolinea poi come «la giunta quando vuole si dimostra lesto nel dare seguito agli impegni presi in consiglio, le famgilie invece hanno dovuto aspettare a lungo il doposcuola». E la coordinatrice FdI Daniela Santanchè provoca: «Se Sala vuole un lockdown energetico ci metta la faccia e lo imponga a tutta la città, anche ai suoi amici del centro e non solo alle case popolari».
Il caro energia si abbatterà duramente sul Comune, che ha oltre 650 edifici per uffici, servizi e scuole da riscaldare, 136mila lampioni da accendere, oltre 300 veicoli dei vigili a cui mettere il carburante. A novembre sono già stati stanziati 13 milioni in più rispetto al preventivato e 4,5 a dicembre per i primi mesi dell'anno. Secondo le stime dell'assessore al Bilancio Emmanuel Conte (dati di inizio marzo) nel 2022 le bollette di energia e gas raddoppieranno, dai 40 milioni del 2021 a oltre 80, a cui si aggiungono 50 milioni per l'illuminazione per un totale di 130 milioni.
Dal 2015 i 136mila lampioni sono stati rinnovati con luci led, che assorbono il 51% di energia in meno. Il piano ha coinvolto anche la Galleria, sono stati rimossi 169 corpi illuminanti e installati 144 nuovi apparecchi, anche al Castello ora ci sono 491 luci a led.
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