Dopo la manifestazione di sabato, la 14esima, che ha tenuto in ostaggio il centro storico, ma non solo, per quasi cinque ore con conseguenze non solo per l'ordine pubblico ma anche per gli esercizi commerciali, bar e ristornati che non hanno potuto lavorare, si pone il problema di cambiare strategia in vista dei prossimi appuntamenti. Non è certo pensabile, il ragionamento di rappresentanti delle categorie, dai tassisti agli esercenti, agli utenti dei mezzi pubblici, e del primo cittadino che ogni sabato pomeriggio Milano si blocchi. «Bisogna rendersi conto che questi cortei stanno distruggendo il lavoro, con ricadute sui gestori di tutte le attività ma anche sui dipendenti» attacca Lino Stoppani, rappresentante di Epam, l'associazione dei pubblici esercizi, che arriva a paragonare i No Pass ai gilet gialli francesi. Così Confcommercio che stima una perdita di fatturato del 25 per cento.
Così se l'assessore comunale alla Mobilità Arianna Censi ha annunciato di voler convocare un tavolo con gli uffici e con Atm per cercare una soluzione al trasporto pubblico e al traffico, anche se sembra che per ora l'Azienda dei trasporti non sia stata ancora convocata, il sindaco Beppe Sala è intervenuto parlando della necessità di ricorrere alla linea dura per tenere a bada il corteo, con «cariche» sui manifestanti. Quasi se in preda alla «frustrazione», per usare le sue parole, non vedesse altra via di uscita. I manifestanti No Pass «non rispettano la regola di ingaggio basilare delle manifestazioni che è si concorda il percorso e a questo punto diventano incontrollabili, la Polizia cosa deve fare? Può fare solo una cosa, caricarli, cosa che ovviamente capisco il Prefetto non intende fare - ha spiegato Beppe Sala ieri confondendo i ruoli - È veramente frustrante perché passo la seconda parte del pomeriggio del sabato ad osservare dal video quello che succede, ma ti senti veramente frustrato. Ne parlavo stamattina con il prefetto, è difficile a oggi trovare una soluzione».
Quasi sognando di avere a disposizione un esercito, il sindaco si lancia in un'analisi della fenomenologia dei No Pass: «Ho seguito i molti sabati, siamo a 14, si separano in varie parti, non c'è un corteo e la polizia o ha 3-4 volte uomini e donne a disposizione per fronteggiarli o non ce la fa - ha proseguito - Questo è quello che dice il Prefetto e io non ho motivo per non credergli. C'è solo una via, isolarli, ma sono talmente tanti che si diramano in varie parti, noi pensiamo a una manifestazione, ma sono più manifestazioni. Partono in origine uniti, ma poi vanno dove vogliono».
Domenica intanto è stata una giornata di riflessione approfondita in questura, alla ricerca di una nuova strategia che permetta ai manifestanti di esercitare il loro diritto, ma al tempo stesso a salvaguardare il diritto di tutti di svolgere le proprie attività, di muoversi liberamente, di potersi concedere una passeggiata in centro. La linea del Viminale sembra essere quella di smorzare la tensione e di cercare «solamente» di arginare il fenomeno, ma è anche vero che è arrivato il momento di un cambio di passo.
Un lento e graduale cambio di strategia, a fronte anche della scarsa efficacia di arresti, perquisizioni e denunce, in cui le forze dell'ordine potrebbero arrivare a prendere le redini del corteo, vietare l'accesso ad alcune zone evitando che le schegge impazzite possano muoversi liberamente. Quasi una lenta, silenziosa prova di forza con chi, al di là delle immediate motivazioni, cerca di cavalcare il dissenso, la rabbia e soprattutto visibilità personale.
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