Con Sala metrò dei desideri. È lite Pd-Verdi sullo stadio

Il sindaco di Sesto attacca sui cantieri M1 bloccati. Bernardo coi capilista: "Ritardi inaccettabili per M4"

Con Sala metrò dei desideri. È lite Pd-Verdi sullo stadio

Posano compatti al Lorenteggio davanti al «simbolo dell'inefficienza di Sala», il cantiere infinito della M4 che «taglia in due da troppi anni i quartieri mettendo in crisi commercianti e residenti». Il candidato Luca Bernardo è con ai capi o candidati delle liste del centrodestra che lo sostengono, Mariarosa Racca per la Lega, Fabrizio De Pasquale e Marco Bestetti per Forza Italia, Andrea Mascaretti per Fdi, Matteo Forte per Milano Popolare, Manfredi Palmeri e Antonio Genovese per la civica. Bernardo ha promesso tempi certi per i cantieri se sarà eletto, «la M4 doveva finire nel 2015 e sarà pronta forse a fine 2023 o inizio 2024». De Pasquale propone che il sindaco diventi «commissario straordinario» per finire i lavori. Non è l'unico treno dei desideri. Il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano proprio ieri ha denunciato che «i lavori per il prolungamento della M1 verso Monza passando per la nuova fermata di Sesto Restellone sono completamente fermi. Sala fa l'ambientalista ma abbandona un'infrastruttura strategica per tutto il nord Milano e non solo e che ha già ottenuto tutte le coperture economiche necessarie ma si trova ingessata per l'incapacità del Comune di Milano di onorare gli accordi contrattuali presi».

Dieci anni per fare un chilometro e mezzo di galleria «sembra una barzelletta ma purtroppo non lo è. Anziché insistere a disegnare sull'asfalto ciclabili pericolose e non a norma perché non è mai intervenuto in prima persona per risolvere lo stallo di un cantiere infinito?». Ricorda che Sesto presentò una diffida a Palazzo Marino per sbloccare i cantieri e qualcosa si mosse, ma solo in superficie, sottoterra non si è mosso un granello di terra. «Se non fosse stato per quella diffida oltre al blocco dei lavori sotterranei avremmo ancora viale Gramsci chiuso al traffico». Anche l'assessore alla Mobilità sestese Antonio Lamiranda avverte: «Il tempo delle promesse è finito. Non appena si insedierà la nuova giunta milanese torneremo alla carica». Dopo il pressing l'assessore alla Mobilità milanese Marco Granelli ribatte che gli attacchi arrivano «proprio quando stiamo per riaprire anche il secondo cantiere, quello più importante, dopo fatiche, atti, nuove risorse senza gravare sui Comuni di Cinisello e Sesto». Tutto liscio? Che caso, dopo le proteste. «A gennaio - spiega Granelli - Mm ha concluso accordo con l'impresa e riattivato i lavori a Sesto Restellone, per le sistemazioni superficiali e in questi mesi abbiamo invece lavorato per riattivare i lavori della fermata. Il cda di Mm è convocato venerdì per approvare il tutto così gli enti firmeranno nei giorni successivi. Il cantiere riaprirà tra fine settembre e inizio ottobre». Di Stefano non si accontenta delle chiacchiere e ribatte che «i fondi ci sono dal 2019, quando eravamo già in stallo, e due anni dopo è tutto fermo. Sesto non ha visto il nuovo progetto e non ha approvato alcun testo. E senza il permesso di costruire dal Comune di Cinisello non si può ripartire».

Intanto, Pd e Europa Verde tornano a litigare sul progetto di Milan-Inter per il nuovo stadio in campagna elettorale, figurarsi dopo. Un piano già congelato per la spaccatura nella sinistra da oltre 2 anni. «É un progetto insostenibile e in consiglio comunale faremo sentire la nostra ferma opposizione» avvertono i verdi Carlo Monguzzi e Elena Grandi. Il capogruppo Pd Filippo Barberis ribatte che le linee di indirizzo su san Siro «sono state approvate da 25 consiglieri di maggioranza su 29, non possiamo riaprire ogni volta i file».

Bernardo invece non ha problemi con il centrodestra o può garantire l'ok al progetto, «lo appoggio e sostengo e darà vita ad un distretto dello sport e a una riqualificazione dell'area a costo zero per il Comune». Proponeva di mantenere e trasformare anche il Meazza ma precisa che «va bene anche un solo stadio, nuovo di pacca».

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