“Sala non conosce la storia”: così i militanti di destra lo invitano al Campo X

Fausto Marchetti, responsabile di Lealtà Azione, sigla “incriminata” per aver organizzato la contestata commemorazione prevista al Campo X, rivolge dalle colonne de Il Giornale.it un invito a Sala: “Invece di alzare polveroni il sindaco di Milano faccia una cosa: venga, come hanno fatto i suoi predecessori, al Campo X”

“Sala non conosce la storia”: così i militanti di destra lo invitano al Campo X

“Non conosce la storia della sua città. E allora, invece di alzare polveroni, il sindaco di Milano Sala faccia una cosa: venga, come hanno fatto i suoi predecessori, al Campo X”. A dirlo è Fausto Marchetti, responsabile di Lealtà Azione, una delle sigle “incriminate”, assieme a Casa Pound, per aver organizzato la contestata commemorazione prevista al Campo X per il prossimo 25 aprile. Marchetti, al telefono con Il Giornale.it, ha invitato il sindaco “ostile” a documentarsi meglio ed ha affrontato i tempi più scottanti di questa polemica che, con il passare dei giorni, non accenna a sgonfiarsi.

Le sigle della sinistra extraparlamentare minacciano tensioni a Milano, qual è il vostro punto di vista sulle polemiche legate alla fantomatica “marcia” del 25 aprile?
Intanto è opportuno sottolineare che non si tratta di nessuna marcia o manifestazione. Si tratta piuttosto di una cerimonia molto semplice, composta, silenziosa ed ordinata. Forse è proprio questo che dà tanto fastidio: viviamo in una società abituata al caos e l’ordine spaventa. Per il resto è un copione già visto. Da un lato Anpi, sigle sindacali e sinistra partitica chiedono aiuto a prefetto e sindaco, da loro votato e quindi in debito, e quest’anno anche al ministro dell’Interno, per far “democaticamente” vietare quel che a loro non piace. Dall’altro c’è la sinistra “extraparlamentare” che risponde alla consueta chiamata alle armi di alcuni giornali che fanno leva sul discorso dell’ordine pubblico.

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha chiesto al prefetto di presidiare il Cimitero Maggiore per scoraggiare la commemorazione. Cosa rispondete?
Rispondiamo che il sindaco di Milano non conosce la storia della sua città. Il Campo X, in occasione della sua ristrutturazione avvenuta il 20 ottobre del 1990, venne ribattezzato Campo dell’Onore da esponenti politici dello stesso Comune. Rientra tra i campi militari tutelati dal Ministero della Difesa e, nel corso degli anni, ha visto alcuni predecessori di Sala, tipo Albertini e Moratti, portare il loro omaggio in forma privata scatenando, anche all’epoca, la protesta dei partigiani. Crediamo che se anche l’attuale sindaco, invece di alzare polveroni, venisse a visitare il Campo X ed a conoscere la storia di questo luogo sarebbe oggettivamente in difficoltà nel proporre certe iniziative al prefetto.

Già in occasione del vostro corteo per i martiri delle Foibe, organizzato a Monza lo scorso febbraio, c’erano stati degli attriti con l’amministrazione locale...
I sindaci eletti dal centrosinistra devono pagare il tributo a chi li vota, tutto qui. D’altro canto siamo cresciuti molto in questi anni e quindi vedere un’associazione come la nostra aumentare in numero e consensi è motivo di parecchi mal di pancia da parte di quella sinistra che riesce a stare unita solo grazie ad un nemico comune.

Nell’interrogazione parlamentare rivolta dalla Sinistra italiana al ministro Minniti si parla di impedire anche quest’anno la manifestazione in quanto si tratterebbe di una “parata nazifascista”. E l’articolo 21 che fine ha fatto?
L’articolo 21, come molti altri articoli, non valgono per noi. Penso che al terzo governo non eletto siano rimasti in pochi a credere che in Italia esista una democrazia e che la legge si uguale per tutti. Lei non crede?

Ci spiega lei la storia del Campo X?
Milano pagò con quasi 6mila morti la sua fedeltà a Mussolini. Dopo il 25 aprile la “caccia al fascista” si concretizzò con rastrellamenti, esecuzioni sommarie, abusi brutali o autentici scempi barbarici. Per settimane la città visse in un clima di terrore. Molti giovani, giovanissimi, ma anche donne, vennero torturati e fucilati. Solo i più fortunati caddero nelle mani degli alleati o dei partigiani “non comunisti” finendo così a San Vittore. Dopo la morte i cadaveri vennero buttati per strada, nei fossi, nei navigli o negli altoforni della Breda. Una volta raccolti furono poi collocati nelle fosse comuni del Cimitero Maggiore. Solo nel 1966, dopo parecchie istanze al Ministero e al Governo di allora, si arrivò alla creazione del Campo dei caduti milanesi della Repubblica Sociale. Vi sono seppellite 921 persone, militari, civili, molti gli ignoti, molte donne, tre medaglie al valor militare, attori accusati di cinematografia fascista. Non cito nessuno perché ognuno di loro ha la stessa importanza per noi.

L’attività che svolgete lì, guardando sui vostri social, non si limita ad un giorno all’anno...
Come può immaginare, questo campo, per molti anni, è stato abbandonato a se stesso. Quindi, da semplici volontari ed a spese nostre, ci prendiamo cura della sua manutenzione ordinaria.

Perché?
Perché ci sembra giusto che le nuove generazioni

conoscano anche quella parte di storia, assieme ai nomi ed ai volti dei protagonisti e delle vittime di un odio così tanto feroce.

Che cosa rappresenta per voi quel luogo?
Quello che è: il Campo dell’Onore.

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