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"Sala non lascia eredità. Mozione anti Fontana? Gli chiederanno scusa"

Il capogruppo regionale di Forza Italia: "Sull'emergenza i nodi vengono al pettine..."

"Sala non lascia eredità. Mozione anti Fontana? Gli chiederanno scusa"

Gianluca Comazzi, consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia in Regione. Il sindaco Sala si è preso più tempo per sciogliere le riserve sul bis. Cosa ne pensa?

«Il dibattito sull'attesa di Sala non mi appassiona particolarmente, noi giochiamo la nostra partita a prescindere dal candidato della sinistra. Semmai, mi sembra che il tentennamento inizi a infastidire in maniera forte i milanesi, per loro il ruolo del sindaco è un privilegio e un orgoglio, non un ripiego. E non vorrei che questo tentennare sulla pelle dei milanesi fosse solo una strategia per alzare la posta con il Pd e sentirsi più libero nelle scelte politiche future».

Intanto Sala ha annunciato per tutto ottobre un ciclo di incontri con i milanesi, si parlerà di progetti futuri. Ma come giudica il passato?

«Diciamo pure che a 9 mesi dalla fine del mandato l'eredità che questa giunta lascia alla città, in continuità con la linea Pisapia, è pressochè nulla. Non ha messo in cantiere grandi progetti o una visione della città, Albertini e Moratti avevano realizzato grandi opere, vinto Expo, posto le basi per trasformare Milano, da Citylife a Porta Nuova. Sala invece di fare continua a lanciare consultazioni fittizie dei milanesi: la promessa di rigenerare le periferie si è sciolta come neve al sole, la riapertura dei Navigli è tornata nel cassetto, ci sono ampie zone di degrado in periferia e pure in centro e anche sul recupero dei 3mila alloggi popolari è molto indietro. Senza contare che negli ultimi 10 anni le tasse sono aumentate del 100%».

Non condivide nemmeno la rivoluzione ciclabile lanciata da questa giunta?

«La sinistra continua in questa persecuzione ideologica di chi usa le auto per necessità o lavoro, tagliando parcheggi, spendendo soldi dei cittadini e creando piste che francamente sono pericolose anche peri ciclisti».

La Lega ha annunciato che a metà ottobre presenterete il candidato sindaco del centrodestra, l'identikit è quello di un manager che non ha mai avuto esperienze in politica. É un bluff o siete pronti davvero?

«Ogni partito, anche Fi, sta valutando autonomamente dei profili e ci confronteremo subito dopo la tornata delle Regionali e amministrative per individuare la persona più competitiva e capace di allargare il campo. Non sono un fan della società civile ma per un sindaco alla Tognoli, umile, vicino alla gente e con una visione politica, anche se esterno ai partiti. Abbiamo bisogno di un profilo di grande spessore, competente e dotato di standing internazionale. Il nome sarà condiviso da tutte le forze del centrodestra, non espressione di un solo partito».

State già lavorando alle liste di Forza Italia?

«Con la commissaria cittadina Cristina Rossello stiamo lavorando sulla formazione di una squadra affiatata, competitiva, composta da giovani e rappresentanti di mondi importanti della città, oltre che da amministratori di Municipi e del Consiglio».

Lei si ricandiderà a Milano?

«Nei prossimi mesi ascolterò gli elettori nei quartieri, se il partito chiederà ai volti più noti di ricandidarsi ognuno dovrà fare la propria parte».

Domani l'opposizione presenterà in aula la mozione di sfiducia al governatore Fontana sulla gestione dell'emergenza Covid. Nessun rischio di falchi tra i banchi del centrodestra?

«La maggioranza è compatta e respingeremo con forze e convinzione la ridicola mozione di Pd e M5S. E il tempo ci sta dando ragione, in tanti dovranno chiedere scusa a Fontana per gli attacchi che ha subito».

Il centrodestra risponde con una contro-mozione verità da inviare presidente della Repubblica Mattarella.

«É un documento a cui lavoravamo da tempo e non una risposta alla mozione contro Fontana. Ripercorre minuziosamente e in maniera oggettiva i fatti dall'inizio della pandemia ad oggi mettendo in luce gli innumerevoli errori e inadempienze del governo sia sul piano sanitario che economico. E mentre l'opposizione in Regione faceva caciara noi abbiamo trovato 3,5 miliardi da investire sui territori. La Lombardia è stata lasciata sola dal governo, Conte si è presentato nella regione più colpita dopo un mese e mezzo, a differenza di Mattarella che ci è sempre stato vicino a cui rivolgiamo il documento perchè valuti se e quali azioni intraprendere».

Si mormora che dopo la tornata elettorale del 20-21 settembre qualche esponente Fi in Regione potrebbe fare la valigie per entrare in altri partiti, è vero?

«Al momento nessuno degli esponenti regionali ha manifestato questa volontà, il nostro è un gruppo compatto e composto da personalità forti e credo che ciascuno sia dentro Fi perchè ne sposa i valori e gli ideali.

Tutti abbiamo raggiunto posizioni di vertice grazie alle nostre fatiche e al consenso personale, certamente, ma anche grazie alla fiducia del partito. Cambiare schieramento normalmente non porta fortuna ed è difficile da motivare di fronte agli elettori».

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