Un giorno «sacro» per Beppe Sala il 25 aprile, una giornata che non dovrebbe venir rovinata dalle contestazioni o dalle divisioni politiche. Una festa dedicata alla liberazione «dagli aggressori, dal fascismo, dai totalitarismi e dalle intossicazione del pianeta». Questo il 25 aprile declinato da Beppe Sala sul palco delle celebrazioni per il 77esimo anniversario della Liberazione. Il 25 aprile non è un giorno su cui ci si dovrebbe dividere perché è alla base della nostra democrazia. Dopo di che è naturale che, soprattutto in questo giorno, ci si divida politicamente. Una divisione precisa è tra chi è profondamente antifascista e anti totalitarista e chi non lo è» aveva detto in mattinata alla cerimonia di deposizione della corona commemorativa a Palazzo Marino. Una visione che appiattisce e finge di non vedere le polemiche che hanno spaccato la sinistra in questi giorni con il segretario nazionale dell'Anpi Giancarlo Pagliarulo che due giorni fa si è arrotolato su se stesso ritirando le precedenti dichiarazioni sulla invasione russa e sulla resistenza ucraina e sulla richiesta di una commissione di inchiesta sui massacri di Bucha, molto distante dalla parole del segretario provinciale dell'Anpi Roberto Cenati. E ancora il leader della Cgil Giancarlo Landini fischiato sul palco dalla comunità ucraina in piazza Duomo mentre esprime la sua netta contrarietà al riarmo - «Io non sono d'accordo che di fronte alla guerra voluta da Putin la risposta del mondo sia di riarmarsi tutti» - e Pd con il segretario Enrico Letta contestato dai Comitati di appoggio alla Resistenza per il Comunismo, a grido di «Fuori il Pd dal 25 aprile».
Poi Sala si erge a moralizzatore lanciando i suoi strali sui colleghi in nome dell'antifascismo: «C'è qualcosa che non si può tollerare né discutere: la libertà. È un valore assoluto, che va sempre difeso, senza cedimenti e con intransigenza. Non c'è più spazio per l'ambiguità. Non ci può essere ambiguità a proposito di nazismo e fascismo. Non è possibile essere ambigui, fino al punto di non scegliere tra un candidato democratico e una candidata che non rinnega il fascismo. E ciò in Francia, come in Italia e come in qualunque luogo che si definisca europeo e democratico» riferimento diretto al leader M5S Giuseppe Conte, al leader della Lega Matteo Salvini e alla presidente di FdI Giorgia Meloni rei di non aver preso le distanze in maniera sufficientemente chiara da Marie Lepen.
Ancora: «non è possibile essere ambigui fino al punto di dire che i bambini crescono felici sotto il fascismo» e qui la bacchettata è per Alessandro Orsini, direttore dell'Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della Luiss. Così Sala il censore, chiede a gran voce al parlamento europeo una dichiarazione di antifascismo: «Bisogna che la Costituzione europea ponga l'antifascismo tra i suoi fondamenti identitari» dopo aver imposto il patentino antifascista per iniziative, manifestazioni ed eventi e per le procedure di selezione relative agli immobili non destinati ad uso commerciale a Palazzo Marino.
Ma la liberazione è anche quella in chiave green: «Dobbiamo capire che chiunque di noi è partigiana e partigiano di una nuova lotta di liberazione: dal consumo e dall'intossicazione del pianeta.
È una lotta collettiva, qui non serve essere italiani o europei. Ogni persona è chiamata a lottare per liberare il pianeta dalle scelte e dai comportamenti scellerati, che mettono a rischio tutti i viventi. Badate bene: è una lotta di liberazione unica, clima e diritti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.