Sala protesta sui parchi. E Atm manda i dirigenti a "contenere" le resse

Il sindaco: "Conte dica come li controlliamo". Giana: rivedere il metro di distanza a bordo

Sala protesta sui parchi. E Atm manda i dirigenti a "contenere" le resse

Molta confusione sotto il cielo. Il sindaco ha sottolineato ieri che la conferenza stampa del premier Conte sul decreto per la «fase 2» dell'emergenza due sere fa è stata «anche molto lunga» ma ha lasciato grossi punti interrogativi. E motivi di polemica. Il messaggio di base, sintetizza Beppe Sala, è che «bisogna tornare a lavorare perchè non ce la si fa, la nostra manifattura è soprattutto da export e se le nostre aziende non saranno in grado di reggere la concorrenza internazionale falliranno e si perderanno posti di lavoro» ma «non è privo di rischi, quindi devono far rispettare i protocolli». Ma Sala «anche a valle di lunghe conversazioni con altri sindaci» incalza il governo a prendere posizione «su 4 dubbi irrisolti». A Milano le famiglie con figli fino a 14 anni sono 120mila. «Come aiuteremo chi deve tornare al lavoro? Non è chiaro ed è importantissimo». Secondo tema, le mascherine: «Come verranno distribuite e dove saranno obbligatorie». Un punto che «ha fatto arrabbiare soprattutto noi sindaci» (e non serve citare Virginia Raggi a Roma o Enzo Decaro a Bari che hanno alzato la voce durante la cabina di regia con Conte) riguarda la riapertura dei parchi. «Ci dicono apriteli e poi controllate che non ci siano assembramenti. Non siamo nel film Minority report di Spielberg dove prevedi prima i crimini, non è per niente semplice». É infine «deluso» perchè «non si è chiarito nulla sulla app Immuni che è fondamentale».

Del nodo trasporti pubblici ha parlato ieri in commissione il dg di Atm Arrigo Giana. «L'obbligo di mantenere un metro di distanza sui mezzi dovrà essere forse discusso - avverte -. Le associazioni di categoria a livello europeo si stanno chiedendo se è veramente compatibile con sistemi di trasporto urbani che spostano numeri di passeggeri ingentissimi nelle grosse metropoli e sono, come a Milano, l'asse portante della mobilità». Atm ha iniziato a posare segnali a terra a bordo (le bolle colorate) e alle fermate dei bus di interscambio. Ma «un metro limita molto la capacità di carico - insiste Giana -, arriviamo a garantire dal 25 al 30% rispetto a prima, e diventa cruciale appiattire la domanda nelle ore di punta del mattino e tardo pomeriggio o diventa fisicamente ingestibile». Ma finchè non ci saranno indicazioni diverse, sperando in senso costruttivo, noi a quello ci dobbiamo attenere». In metrò gli accessi saranno contingentati e si bloccheranno i tornelli, non più di 75 passeggeri in banchina. E c'è il rischio caos alle fermate per salire su bus e tram «a numero chiuso»: «Stiamo convertendo tutto il personale dei servizi che ora sono sospesi all'attività di informazione e gestione operativa dei flussi e raccogliamo anche adesioni volontarie da parte di dirigenti, funzionari e impiegati per trasferire anche loro sul campo, almeno all'inizio». Anche il capogruppo Fi Fabrizio De Pasquale sollecita Atm a «sottolineare a governo ed enti regolatori la particolarità milanese, i segnali di distanza in metrò dimostrano che un'esagerazione, abbiamo margini per far salire più persone, è un'esagerazione». Filippo Barberis (Pd) chiede di potenziare lo sharing e concentrarlo intorno alle stazioni».

L'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran infine difende il piano che punta su nuove piste ciclabili e aree pedonali e aggiunge: «Censiremo i tanti parcheggi privati in centri commerciali, supermercati o grandi aziende che resteranno vuoti a lungo per ridurre le auto in sosta su strada».

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