La Scala apre le danze con "Lo schiaccianoci" secondo Balanchine

Sabato stagione al via con un classico rivisto da un grande coreografo del Ventesimo secolo

La Scala apre le danze con "Lo schiaccianoci" secondo Balanchine

George Balanchine da San Pietroburgo, uno dei maggiori coreografi del Ventesimo secolo. Il balletto «Lo schiaccianoci», che da sabato va in scena al Teatro alla Scala - ore 18 anteprima per i giovani - con le musiche di Ciajkovskij lo ha firmato lui, il maestro. «George Balanchine's The Nutcracker®» è il (sotto)titolo. Un lavoro che non è mai stato rappresentato in Italia, scelto per aprire la stagione sulle due punte del Piermarini. Notevole dispiegamento del Corpo di ballo scaligero per questa rappresentazione che si potrà vedere fino a metà gennaio, una decina di recite dal 16 dicembre. Sarà dunque una prima nazionale e un debutto: per l'occasione il sipario si aprirà su un nuovissimo allestimento firmato da un nome del teatro, Margherita Palli. Sul podio invece uno specialista del repertorio russo, come Michail Jurowski. Centotrenta gli artisti coinvolti a vario titolo, con la partecipazione degli allievi dell'Accademia della Scuola di ballo. E ancora, riguardo lo spettacolo.

Si tratta di un vero blockbuster, simbolo della tradizione americana del Natale. Rappresentò il progetto più ambizioso intrapreso dal New York City Ballet all'epoca. Il primo lavoro a serata di Balanchine; originale nella sua splendida coreografia, la magnificenza con cui lui volle realizzarlo rimanda alla sua formazione e alla sua carriera nei teatri imperiali, dove aveva danzato fin da bambino quando, in quella carrozza per il Mariinskij, gli allievi venivano accompagnati alle prove in teatro. Due gli atti della storia. Ed ecco qui qualche scampolo, per gradire.

Siamo alla vigilia di Natale sotto la neve a casa Stahlbaum, e il dottor Stahlbaum e famiglia stanno dando il benvenuto ai loro ospiti per la festa. Ci sono giochi e regali per i bambini e danze per tutti. L'amato padrino di Marie, il signor Drosselmeier, la presenta al suo giovane nipote e le offre un magnifico regalo: un bellissimo schiaccianoci di legno. Dopo la festa Marie si addormenta sul divano col suo schiaccianoci. All'improvviso si alza: c'è qualcosa che non va. Da chissà dove, arrivano topi giganti e l'albero di Natale inizia a crescere sempre di più. Tutto nella stanza scompare, a eccezione dei soldatini di Fritz e dello Schiaccianoci, ormai alti quanto Marie. Lo Schiaccianoci guida i soldatini in una battaglia. Da qui in poi non mancheranno i colpi di scena. Di più, il secondo atto, con il gran finale del «Valzer dei Fiori», con una luccicante «goccia di rugiada» che danza fra i graziosi boccioli; infine, la fata confetto si esibisce in una danza maestosa con il suo cavaliere. Per Marie e per il Principe è giunto il momento di congedarsi. Tutti tornano in scena per salutarli e i due partono su una slitta trainata da renne volanti. Un po' di storia del balletto.

Dopo la prima esecuzione di Ivanov vanno ricordate quelle riviste da Gorskij nel 1917 e da Lopukhov nel 1929. Nel 1934 al Teatro Mariinskij fu inscenata l'edizione di Vasilij Vajnonen. La rivisitazione più particolare fu quella proprio di Balanchine che nel 1954 decise di dividere il balletto in due parti, seguendo la trama originale: la realtà e il sogno.

«Lo schiaccianoci» è anche uno dei soggetti più rappresentati nelle scuole di ballo; una versione ad esempio è quella creata per la Scuola di Ballo dell'Accademia del Teatro alla Scala di Milano da Frederic Olivieri, rappresentata al Piccolo Teatro di Milano nel 2011 e nel 2012, un'altra invece per la Scuola di Danza del Teatro dell'Opera di Roma da Pablo Moret ed Ofelia Gonzalez rappresentata al Teatro Nazionale nel 2012 e nel 2013.

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