«Nabucco» è dramma corale di biblica grandiosità, con uno dei momenti topici nel celeberrimo «Va Pensiero». Un'operona amatissima, tanto che nonostante non vi sia l'appeal della nuova produzione o dell'interprete stellare, sta riempendo la Scala.
«Nabucco» va in scena da oggi al 19 novembre nell'allestimento - visto nel 2013, anno verdiano - di Daniele Abbado, figlio di Abbado il Grande. Sul podio, l'ottantaseienne Nello Santi. Nel ruolo del titolo, Leo Nucci, Martina Serafin sarà Abigaille, Stefano La Colla Ismaele e Mikhail Petrenko Zaccaria. A Giovanni Furlanetto va il ruolo del Gran Sacerdote e a Annalisa Stroppa quello di Fenena. Il coro, come sempre, è preparato da Bruno Casoni. Secondo il libretto, Nabucco è ambientato al tempo dell'oppressione degli ebrei da parte dei babilonesi, ed è incentrato sulla figura del re babilonese Nabucodonosor. Però, non vi saranno sapori mediorientali per la messinscena scaligera. A partire dal re Nabucodonosor, il baritono Leo Nucci, che indosserà panni borghesissimi, giacca e pantalone. Daniele Abbado sposta la vicenda negli anni Venti e Trenta, e dal Medioriente d'origine la colloca in Europa: Paese imprecisato. Non mancano rimandi alle persecuzioni razziali, naziste in testa, perpetrate durante il funesto secolo breve. È lo spettacolo realizzato nel 2013 con le scene e i costumi di Alison Chitty, e coprodotto con il Covent Garden di Londra, la Lyric Opera di Chicago e il Liceu di Barcellona.
La scena si apre in un luogo sacro senza tempo, un cimitero ebraico che viene profanato dall'invasore babilonese costringendo gli ebrei ad abitare il deserto: uno spazio vuoto, con qualche elemento simbolico (sabbia, fuoco). Ad animarlo i video di da Luca Scarzella.
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