Scienza, è qui la festa Una lunga «notte» per i 67 anni del Museo

Oggi apertura straordinaria fino alle 23 Il direttore Galli: «Qui regna l'Umanesimo»

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Lucia Galli

Un museo, una notte per festeggiarlo, una storia lunga 67 anni: sabato 15 febbraio, dalle 19 alle 23, sarà qui la festa, in via San Vittore, dove il Museo nazionale della scienza e della tecnologia apre gratis al pubblico tutte le sue meraviglie, dalle esposizioni permanenti, come le nuovissime Gallerie Leonardo, ai laboratori interattivi, con visite guidate ed incontri con grandi nomi della cultura scientifica. Fra i big, a parlare di fisica, gravità e dei confini dell'universo arriva James Beacham, ricercatore del Cern di Ginevra. Alfio Quarteroni, professore di analisi numerica al Politecnico, racconterà il ruolo attivo della matematica nella chirurgia, fra routine e casistica, nella vita di una sala operatoria.

In realtà i compleanni sono due in uno, perché, oltre al genetliaco del museo, il direttore Fiorenzo Galli festeggia anche i suoi primi 19 anni in regia: «Se penso che nel 2001 eravamo 36, mentre ora la squadra è di 160 persone, sono felice». Con mezzo milione di visitatori l'anno la missione può dirsi compiuta? «La scienza e le sue applicazioni non sono solo un elemento tecnico, ma una parte decisiva del modo contemporaneo di espressione dell'Umanesimo. Opportunità personali, organizzazione sociale: a questo servono scienza e cultura».

Il lanciatore spaziale Vega, accanto alla macchina Regina Margherita; il transatlantico Conte Biancamano e quell'inestimabile frammento di roccia lunare: alto e basso, spazio e abissi, ma anche sfide ed invenzioni per migliorare il quotidiano. Il museo ha avvicinato lo spazio e le grandi scoperte alle nostre vite, allargando l'orizzonte dei sogni: «L'obiettivo è far capire ai nostri visitatori che non si deve avere timore di quanto non si conosce, ma che è, semmai necessario studiarlo - spiega Galli - vorremmo che le giovani generazioni comprendessero le straordinarie opportunità dello sviluppo locale e globale di cui loro stessi saranno protagonisti». Galli parla di reskilling «per contrastare l'insufficiente cognizione dei cambiamenti», ma anche del ruolo di Milano: «Il mix di valori locali e di dimensione internazionale della città ha creato un humus fertile che da sempre ci sprona a coltivare nuove sfide».

E allora anche una «gita» al museo quando si è più piccoli o una visita, più approfondita, in età adulta, possono essere la chiave che apre tante nuove porte. La via è quella già tracciata da Leonardo e dal suo inesauribile estro che qui al museo è sempre stato di casa: le nuove Galleria a lui dedicate, con un percorso immersivo nel suo Rinascimento, lo confermano. «Nel 2020 spiegano dal museo abbiamo registrato già un aumento del 21% dei visitatori e del 23% dei ricavi da biglietteria, rispetto allo stesso periodo del 2019».

Ora, però, oltre al genio di Da Vinci che al museo dà anche il nome, in via san Vittore sta per arrivare il primo umanoide.

Si chiama «Amico», funziona con tecnologia «Racer 3», è un robot industriale ed è un bel dono di compleanno, con cui inaugurare la nuova collaborazione con Comau e fondazione Agnelli: «Ci lanciamo, con serietà e senza paura, in una nuova sfida racconta Galli - per affrontare il tema dell'Intelligenza Artificiale e proporre, speriamo già dal prossimo anno, spunti e laboratori interattivi».

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