A scuola vincono pizza e bastoncini

Spariscono le minestre e restano i cibi che piacciono ai bambini. Ma le mamme vorrebbero più qualità

A scuola vincono pizza e bastoncini

Addio minestre e vellutate. Nel piatto arrivano insalata di farro e pollo marinato. Anche se la bella stagione tarda ad arrivare, nelle mense scolastiche da oggi verrà servito il menu estivo. Poche le innovazioni rispetto allo scorso anno. I piatti restano in linea di massima gli stessi: pizza, risotto giallo, bastoncini di pesce.

La vera, unica, sostanziale, novità riguarda la pasta integrale biologica, sollecitata dai genitori ma anche dalla Asl che ha obbligato Milano Ristorazione a introdurla. Niente da fare invece per il riso semintegrale. Eliminato perché alcune cucine non riuscivano a cuocerlo in modo adeguato avendo tempi più lunghi di cottura. Ridotte, così come richiesto dai genitori della Commissione mensa, le patate ed eliminato il risotto con i peperoni.

Quello che resta da digerire invece sono gli gnocchi che un paio di volte al mese restano sullo stomaco di bambini e maestre - specie quando sono in abbinata con le banane - e la frittata, ridotte da quattro a due volte al mese. Tirate le somme, resta scarsa la varietà dei cereali serviti come primo. Pasta e riso, riso e pasta con l'aggiunta una tantum del farro. Poca varietà di verdure e soprattutto assenti i legumi, se si esclude il torino con i cannellini (una volta al mese) e un contorno di piselli. Così come restano abbinamenti «a rischio» come l'Asiago con le patate arrosto.

«Tutto lo sforzo che facciamo nel cercare di migliorare il menu delle scuole pare sempre che dia pochissimi risultati - commenta Claudia Paltrinieri portavoce dei genitori nella Commissione mensa - Il menu di quest'anno è praticamente uguale a quello dell'estate scorsa. C'è qualche miglioramento, ma si tratta sempre di piccoli passi che non cambiano però la strategia di fondo». Si vede insomma che dietro, anche questa volta, non c'è un grosso impegno da parte di Milano Ristorazione. Quel tanto che basta a farsi approvare il menu dall'Asl e stop.

I nodi restano sempre quelli: la scarsa qualità delle materie prime e l'incapacità delle cucine di sfornare pasti gustosi. E così finisce che la logica industriale prevale, portando sempre più spesso i bastoncini di pesce in tavola. «La qualità del pesce è bassa, Milano Ristorazione non è capace di cucinarlo e dunque meglio i bastoncini che niente», è l'amaro commento dei genitori. Il «nodo» sta lì. Sta nelle cucine. Erano 46 e sfornavano circa 2mila pasti l'una, ora sono 25 che producono ognuna fino a 5mila piatti.

Eppoi c'è «il mostro di Sammartini» come lo definiscono i genitori. «È costato più del doppio del preventivo. Ha un potenziale di 20 mila pasti e ne produce 10 mila». Nessuna città ha un centro cucine come quello di Milano, racconta Claudia Paltrinieri. Roma e Torino hanno molte più cucine di Milano. Lo scorso anno i genitori hanno chiesto di riaprire almeno cinque cucine, ma con nessun risultato.

La conseguenza invece è che ora ci sono scuole di serie A e scuole di serie B, a seconda se sono riusciti a mantenere la cucina interna o se invece i pasti arrivano col pulmino dall'altra parte di Milano. «Vengono cucinati alle 8 del mattino e ristagnano poi per ore prima di essere distribuiti», fa notare ancora la Paltrinieri. Inutile lamentarsi se poi la pasta arriva scotta in tavola.

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