Scuole ghetto con l'83% di stranieri

Oltre il 30% di non italiani in 81 elementari o medie, i picchi in via Paravia e Russo

Scuole ghetto con l'83% di stranieri

Dall'elementare di via Paravia a San Siro ormai scappano anche gli stranieri di seconda generazione, il caso delle classi ghetto è noto da anni, la percentuale dei bimbi stranieri è arrivata all'83,7% contro il 16,3 di italiani. Tra le dieci scuole dove la percentuale di alunni stranieri supera il 60% ci sono la primaria di piazza Gasparri (72,5%), via Crespi (67,5%), via Russo (65,1%), via dei Narcisi (64,3%), via Dolci (62,3%), via Console Marcello (62,2%), via Giacosa (60,5%) e via Ravenna e via Scialoia (entrambe al 60,1%). Sono 53 (nessuna in zona 1) le elementari dove la quota di iscritti non italiani è pari o supera il 30% del totale, nelle scuole medie si scende a 28 e le quattro con le percentuali più elevate sono via Russo (81,2%), via Giacosa (70,5%), via Crespi (70,1%) e via De Rossi (61,1%). Il Comune ha fornito i dati alla consigliera del gruppo misto Silvia Sardone in risposta a un interrogazione. L'esponente di opposizione faceva presente che la presenza di oltre il 70% di stranieri in classe «comporta inevitabilmente un rallentamento del programma a danno degli italiani», ricordava la petizione di un gruppo di maestre sulla difficoltà di comunicare coi genitori immigrati e che i sindacati «sostengono che è sempre più difficile trovare insegnanti d ruolo disponibili a seguire queste classi». Partendo dal fondo, l'assessore all'Educazione Laura Galimberti ha ricordato che «l'organico in servizio è determinato dal Ministero dell'Istruzione» e dunque il Comune non ha facoltà di intervento. Sulla concentrazione di stranieri spiega che le scuole «risentono delle scelte libere delle famiglie, dagli anni '90 le autonomie scolastiche non prescrivono più l'obbligo di iscrizione nel bacino di residenza». Assicura che nella maggioranza dei casi gli alunni «sono nati in Italia o residenti nel Paese da un tempo sufficiente ad aver fatto apprendere loro la nostra lingua adeguatamente. I problemi sono circoscritti a un numero, peraltro esiguo, di bimbi arrivati da poco in Italia dunque non ancora pronti a seguire i compagni italiani o che parlano italiano correttamente».

Parole che non convincono la consigliera Sardone. I numeri «devono far riflettere - dice -. La formazione dei bimbi parte proprio dalle elementari ed è inevitabile che in classi dove gli stranieri sono una buona parte o addirittura la maggioranza i programmi d'insegnamento rallentino. Galimberti spiega che quelli arrivati da poco sono un numero esiguo? Il sentire comune dei genitori e di parecchi insegnanti dice tutt'altro». Fa presente che «alcune comunità, quella cinese su tutte, sono molto chiuse e gli insegnanti faticano a interagire coi genitori. Spesso poi i bambini parlano a casa nella lingua d'origine e questo non aiuta nessuno, né loro stessi né i compagni di scuola».

Sottolinea che i casi con le sproporzioni più alte «sono sempre in periferie: San Siro, Comasina, via Padova, Corvetto, zone dove l'italiano viene parlato poco anche per strada visto che le case popolari sono ormai pressoché abitate da soli stranieri. Effetto dei quartieri ghetto creati da Pisapia e Sala ora».

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