Se l'arte racconta il caos e la follia del terrorismo

Geranzani presenta anche due quadri sulla Genesi. L'esposizione è aperta fino al 28 aprile

Se l'arte racconta il caos e la follia del terrorismo

Pietro Geranzani (1964) è un artista che non ama essere definito un pittore-filosofo, quindi limitiamoci a dire che nella sua arte cerca di leggere il tempo presente e lo rappresenta restituendolo con alti contenuti quantomeno sociali. Gli oli su grandi tele - in mostra ancora fino al 28 aprile all'Area35 Art Gallery di via Vigevano 35 ne sono un chiaro esempio: quattro opere inedite realizzate appositamente per quest'esposizione dall'artista nato a Londra da madre tedesca e padre italiano, che ha vissuto tra la Germania la Svizzera e Genova prima di trasferirsi a Milano.

In mostra si trovano anche due quadri sulla Genesi, tema caro a Geranzani, oltre ad una parete di schizzi preparatori e disegni, per una breve ma intensa esposizione milanese in cui l'artista apre i suoi occhi davanti alle catastrofi causate dal terrorismo e cerca di rappresentare la solitudine e la pazzia di chi crede di immolarsi per una causa religiosa, i kamikaze. Il punto di partenza per pensare alla mostra è stata l'opera di Max Ernst «L'Europa dopo la pioggia II» (1942), che esprime una situazione di annientamento e di paura nel continuo protrarsi del secondo conflitto mondiale: una landa desolata coperta di rovine, un paesaggio fantascientifico dove figure metamorfiche si fondono a elementi naturalistici.

Così Geranzani nel suo ciclo «L'Europa dopo la pioggia» evoca lo stesso tipo di scenario naturale precario e pauroso, ma non si ferma alla rappresentazione della natura: aggiunge infatti esplicite citazioni. E quindi ne «L'Europa durante la pioggia. Io faccio la pioggia» l'uomo incappucciato che osserva da un piccolo foro circondato da una natura rinascimentale è ritratto mentre sta per premere i pulsanti del suo giubbotto esplosivo. E «L'Europa durante la pioggia II. Farfalla» raffigura un uomo, di cui non si vede il volto, che apre la camicia come fossero ali di farfalla, simbolo dell'anima, svelando però anche il proprio corpo caricato di esplosivo.

In mostra è consultabile il libro monografico di Pietro Geranzani edito da Area35, galleria di Giacomo Marco Valerio che nasce nel 2009. Per seguire progetti specifici degli artisti che sceglie, creando ponti e scambi culturali.

Dal 2018 la galleria, oltre al grande spazio espositivo, offre la Project Room, una sala dedicata alla promozione di giovani artisti emergenti in cui adesso sono in esposizione le tele di Camille Pozzo di Borgo (Ajaccio 1992). Incisioni realizzate a punta secca su plexiglass e impresse su carta con diversi passaggi di colore.

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