Il sindaco di Milano, Beppe Sala, sta già pensando alla ripartenza della sua città. Forse un po’ prematuro ma anche questo serve. Nell’intervista a il Corriere, il primo cittadino ha parlato del sistema sanitario lombardo che non vuole criticare, ma che, secondo il suo parere, a emergenza finita, necessiterà di una riflessione. Ha poi parlato di Milano, di quella che dovrà essere la sua rinascita quando l’emergenza sarà finalmente da ritenersi conclusa. Ha sottolineato che la guerra è ancora in atto e si è rivolto ai milanesi ringraziandoli, perché si stanno comportando bene.
“Da parte mia sto cominciando a pensare come sarà la ripartenza. Lo so bene che è prematuro e che mi espongo alle critiche, ma ritengo che sia fondamentale essere preparati e non improvvisare. Partendo da un dato difficilmente contestabile: non esisterà un giorno uno in cui andremo tutti in piazza con la fanfara al grido ripartiamo. Sarà una ripartenza graduale che non esclude stop and go” ha spiegato il sindaco.
Tre i punti da cui ripartire
Sono tre i punti su cui Sala intende focalizzare l’attenzione. Il primo è quello delle infrastrutture, che andrà modificato. Il primo cittadino pensa ai trasporti e alla mobilità, proprio perché il modo di spostarci subirà un cambiamento. Senza dimenticare le infrastrutture digitali. Questo difficile momento ha sottolineato la necessità della banda larga. Per questo sarebbe già in trattativa con i grandi operatori. Il secondo punto riguarda gli spazi dove si addensano molte persone, dallo stadio ai cinema. “Pensiamo a San Siro. Non è solo il fatto di essere seduti uno di fianco all’altro, ma penso ai grandi assembramenti all’ingresso per i controlli. Fino a oggi sulla tutela della salute ha prevalso la sicurezza. Bisognerà cambiare. Vale per il macro come per il micro. Ad esempio i cinema. È semplicistico dire metto una poltrona sì e una poltrona no e una fila sì e una fila no. Ma come si entra? Come si esce? Oggi è difficile vedere delle opportunità da questa tragedia, ma qualche lezione dobbiamo impararla” ha spiegato. Un lavoro non da poco. Anche perché, come ha voluto evidenziare, nulla sarà più come prima. Magari qualcosa sarà anche meglio, spiega ottimisticamente il sindaco.
La ripresa economica
L’ultimo punto, il più importante, riguarda la ripresa economica. Le grandi aziende si arrangeranno. O meglio, il supporto del sindaco ci sarà sempre, ma in questo momento sono le piccole iniziative economiche e culturali che richiedono il suo aiuto. In Comune si sta già pensando a come poter garantire i servizi quando tutto ripartirà. Facendo magari tornare al lavoro i più giovani, quelli fino a 50 anni di età. Poi gli altri. Governo e Regioni dovranno lavorare insieme, fianco a fianco. Come ha sottolineato, “ci vuole una regia nazionale e un mix tra governo e Regioni. È necessario che ci sia un dialogo privo di polemiche sulla definizione delle regole oltre a una gestione molto attenta e tempestiva”.
Milano e il tracciamento digitale
Si è detto poi abbastanza favorevole all’app per tracciare i movimenti, per salvaguardare la propria salute e quella degli altri. Purché per un periodo definito. Milano potrebbe sperimentare per prima il tracciamento digitale, proprio perché i suoi cittadini, si sa, si muovono in modo veloce e frenetico da una parte all’altra.
Infine qualche parola al Fondo di mutuo soccorso per la ricostruzione lanciato dal Comune: “La raccolta è arrivata a 7 milioni che si aggiungono ai 3 messi a disposizione del Comune. Sono molto contento di come sta andando. Un’ipotesi realistica è arrivare a 10 milioni, per un totale complessivo di 13”.Segui già la pagina di Milano de ilGiornale.it?
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