Il sindaco va all'attacco: "Dati non più credibili". Moratti: "Calo di malati"

L'assessore in commissione dà il quadro: "Già dal 23 novembre la curva è scesa"

Il sindaco va all'attacco: "Dati non più credibili". Moratti: "Calo di malati"

«Dopo il caso sul conteggio dei positivi in Lombardia la solidità dei dati gestiti in questo momento lascia dei dubbi». Torna all'attacco della Regione il sindaco Beppe Sala, a capo della «rivolta» dei sindaci lombardi del centrosinistra, che lunedì hanno convocato una conferenza stampa per «sbugiardare» i dati ufficiali forniti dalla Regione, mentre il Pd organizzava un flash mob per chiedere le dimissioni del governatore Fontana. «Ho visto anche oggi che sono uscite informazioni sui dati di Milano, io non so come si sia passati da un giorno con l'altro, da 13mila a 2mila contagiati» osserva Sala. Non è bastato lo show dei consiglieri dell'opposizione, radicali e grillini in testa, in consiglio regionale ieri, dove è dovuta intervenire addirittura la Digos, e non sono bastate le risposte ufficiali fornite nuovamente dal governatore in un botta e risposta con l'Istituto Superiore di Sanità. La vis polemica di Sala non si ferma: «Non capisco questa difesa a oltranza di Regione Lombardia, questa idea di dire non abbiamo sbagliato. È capitato anche a me di dire ho sbagliato, credo che i cittadini quando ammetti che hai sbagliato, sapendo che sei sotto pressione dalla mattina alla sera, lo possono comprendere. Quindi francamente non lo capisco. Ma detto ciò, mettiamoci a lavorare insieme».

Solo un'ora dopo la vicepresidente della Lombardia e neo assessore al Welfare Letizia Moratti partecipava alla sua «prima» commissione Sanità per un aggiornamento sull'epidemia, a partire dalla situazione negli ospedali lombardi. «In questo momento abbiamo 4.659 posti letto occupati rispetto a 5.300 dedicati» a pazienti Covid, quindi «è una situazione che ci vede con una discesa di un picco che parte dal 23 novembre e arriva al 25 gennaio». Moratti riferisce di una «diminuzione sensibile dei pazienti ricoverati» e «di una disponibilità di posti letto pazienti superiore a quella necessaria ora». Per quanto riguarda «la terapia intensiva Covid, sono 451 i letti occupati rispetto ai 560 letti dedicati», conclude Moratti, precisando che «anche qui, per fortuna, c'è una diminuzione sensibile dal picco che abbiamo avuto attorno a fine novembre per arrivare a un sensibile miglioramento di oggi».

Appena terminato l'incontro tra gli assessori alla Salute delle Regioni con il commissario per l'emergenza straordinaria Domenico Arcuri, Moratti ha potuto dare il nuovo cronoprogramma del piano vaccinale in Lombardia, a fronte delle annunciate nuove consegne di vaccini da parte di Pfizer e Moderna (100mila dosi in febbraio).

«Al momento la Fase 1 della vaccinazione comprende tutti gli operatori sanitari per un totale di 340mila unità: sono 320mila gli operatori che hanno aderito. È stato somministrato il 78,5 per cento delle dosi ricevute». Il resto? Sono le dosi conservate per garantire a tutti il richiamo necessario dopo 21 giorni dalla prima somministrazione. Il nuovo piano prevede che la prima fase si concluda il 5 marzo.

Se verranno rispettare le consegne proposte la «Fase 1 bis», che interessa gli operatori e ospiti della residenzialità psichiatrica, dell'assistenza domiciliare e dei centri diurni, oltre a farmacisti, dentisti e odontoiatri, operatori della sanità militare, gli ambulatori accreditati e gli informatori scientifici, dovrebbe concludersi nelle giornate di fine marzo, intorno al 25-26 marzo. «Tutto questo però dipende da due variabili - ha spiegato Moratti -: la consegna delle dosi da parte case farmaceutiche e il ricorso agli specializzandi i del primo e del secondo anno per le somministrazioni. Per poter ricorrere al loro supporto serve però una modifica della legge, che attendiamo nel decreto Milleproproghe»

Poi si potrà passare alla «Fase 2», che interesserà la fascia più fragile della popolazione, pari a circa 6 milioni di lombardi: over 80 (700mila persone), fascia 60-79 (2 milioni), pazienti cronici e fragili (1 milione circa).

«Per la somministrazione agli ultra ottantenni - spiega l'assessore - abbiamo scelto il canale dei medici di medicina generale: è stato chiuso un accordo anche con le farmacie dove si potranno somministrare sotto la supervisione di un medico».

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