Romano La Russa, da un mese è assessore regionale alla Sicurezza e lo era stato in passato, cosa è cambiato da allora?
«Non molto, la gravità dei fenomeni sicuramente è peggiorata rispetto a 10 anni fa. I problemi sono gli stessi, la densità dei reati è aumentata, così come la loro violenza, la ferocia direi. Penso alle aggressioni su treni e tram. C'erano già, tanto che avevamo disposto la gratuità dei mezzi per le forze dell'ordine, ma erano più contenute, non all'ordine del giorno come adesso».
Si sente maggior violenza.
«Non è solo percezione. C'è la realtà di un senso di impunità dei delinquenti, pensiamo al problema delle baby gang in continua ascesa. D'altronde non c'è stata la volontà politica di intervenire con rigore. Ai prefetti che ho incontrato ho chiesto di intensificare i controlli e rendere più efficace il coordinamento fra forze di polizia. La criminalità sta diventando una piaga insopportabile ma a monte, manca la volontà di intervenire, la malavita è dilagante e si sente impunita, nonostante gli sforzi e i sacrifici, a volte anche della vita, degli agenti».
I sindacati in Atm hanno proclamato uno sciopero per le aggressioni.
«Bisogna capirli. Forse si poteva fare qualche ora in meno per arrecare minori danni, ma tutta la mia solidarietà va a questo sciopero o almeno agli argomenti che solleva. Giusto sensibilizzare, ma anche prefetto e questore avrebbero bisogno forse di un governo che desse direttive più precise».
Serve una svolta generale.
«Servono le spalle più coperte. Agenti e i vigili rischiano di passare come colpevoli. Se devi sedare una rissa per esempio, non puoi farlo chiedendo scusa, eppure ci sono agenti che hanno il timore di usare metodi che qualcuno potrebbe considerare illegittimi».
E il caso Atm in particolare?
«Su Milano c'è una responsabilità degli assessori comunali, che non hanno fatto molto per scoraggiare queste aggressioni al personale di metrò e ferrovie, ma parliamo anche di donne spesso importunate in modo pesante».
Cosa si può fare?
«La Regione non molto. Abbiamo appena firmato una convenzione con prefetto e provincia di Varese, e stiamo lavorando su tutto il territorio perché siano controllate le stazioni, che nottetempo sono in totale abbandono. La misura è già operante a Lecco. Il mio assessorato si è fatto promotore di questo accordo, coinvolgendo la Polizia locale, che prima aveva un ruolo molto marginale».
Lei spera nel nuovo governo per interventi più decisi.
«Più concreti che in passato, soprattutto. Deve esserci la volontà di fare davvero la lotta alla delinquenza e alla criminalità, sia quella organizzata che quella cosiddetta micro. Le città lamentano un abbandono da parte dallo Stato, e non certo per colpa delle forze di polizia, che hanno le mano legate».
Gli amministratori di Milano non si rendono conto?
«Se parla con qualche assessore, da Maran a Granelli, le dirà che Milano è tranquilla, con qualche problemino sì, ma tutto il resto è un'esagerazione della destra. Dimenticano migliaia di aggressioni. Di militari non si parla più. Eppure all'epoca avevano avuto una funzione di deterrenza importante. È un problema ideologico, l'attuale giunta, come la precedente, è condizionata, ha pagato cambiali in bianco ad ambienti come sinistra estrema e centri sociali».
La Regione non ha poteri?
«Noi non abbiamo quasi voce in capitolo, tutto fa capo al ministero. Possiamo chiedere più forze dell'ordine, ne servono molte di più. Il sindaco ha più strumenti, ma senza volontà politica... Vogliamo parlare delle case Aler? Non c'è volontà di intervenire e spesso a difendere gli abusivi ci sono i centri sociali. Ci sono quartieri in cui si dovrebbe entrare coi carri armati, isole neanche tanto piccole in cui vige una legge di clan. È impegnativo arrivare con uomini e mezzi, ma finché non lo facciamo, resta quell'idea di impunità».
Sull'equipaggiamento della Polizia locale si può fare qualcosa?
«Molto è stato già fatto, io ricordo ore e ore di discussioni, perché non volevano neanche questo.
Il vigile doveva intervenire, magari contro i coltelli, a mani nude. Abbiamo dovuto lottare contro questa ideologia. Non c'è niente da fare, quando di parla di divise a sinistra spunta proprio l'orticaria. O vivono su Marte o sono in malafede».
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