Bambini e ragazzi milanesi sempre più soli su Internet, dove adottano spesso comportamenti a rischio che possono farli cadere in mano a personaggi senza scrupoli. Lo spaccato che emerge da un nuovo sondaggio che ha coinvolto 540 studenti delle scuole di Milano e provincia non è affatto rassicurante. Dal rapporto realizzato dalla onlus Cuore e Parole, presieduta da Paola Brodoloni e responsabile del progetto «Scelgo io», risulta che il 73% dei ragazzi milanesi tra gli 11 e i 14 anni naviga sempre in Internet da solo e in media ha iniziato a farlo a nove anni. I primi approcci con il web avvengono nel 17% dei casi tra i 5 e i 7 anni e per un bambino milanese su due (il 54%) tra i 7 e i 10 anni. Quasi tutti i preadolescenti intervistati hanno affermato di utilizzare il computer quotidianamente, e oltre uno su tre (il 37%) vi trascorre almeno due ore al giorno. Inevitabile quindi che i bambini e i ragazzi, passando così tanto tempo da soli on-line, finiscano presto per adottare comportamenti a rischio. Il 7% di loro infatti ha scambiato dati personali con utenti conosciuti soltanto in rete, l'11% ha comunicato con estranei utilizzando webcam e chat e il 4% ha ricevuto offerte di regali in cambio di foto e informazioni personali.
Ma il dato in assoluto più preoccupante è che, tra gli studenti delle scuole medie, uno su dieci (il 10%) ha incontrato dal vivo persone conosciute sul web. E, come si intuisce, nel caso in cui si tratti di contatti con adulti sconosciuti i rischi aumentano a dismisura. Ovviamente, dal sondaggio emerge che i ragazzi utilizzano social network e chat in primo luogo per restare sempre in contatto con amici e coetanei. Facebook, MSN e Messenger sono cioè considerati spesso delle alternative «economiche» all'utilizzo del cellulare, con il vantaggio aggiuntivo di potere comunicare contemporaneamente con l'intero gruppo dei propri conoscenti. Ma anche in questo caso, Internet non è affatto immune da rischi. Il 14% dei preadolescenti racconta infatti di essere stato vittima di azioni di cyber bullismo, soprattutto per quanto riguarda l'invio ripetuto di messaggi offensivi. Solo il 7% ammette invece di essersi reso responsabile di forme di cyber bullismo, anche se ben il 23% preferisce non rispondere alla domanda e il 49% rivela di essere consapevole che queste aggressioni on-line costituiscono un reato.
Ma soprattutto, il 67% dei «cyber bulli» afferma che le loro vittime non hanno avuto nessuna reazione. Un dato che per la onlus Cuore e Parole «dimostra quindi che nella maggior parte dei casi le vittime non hanno la forza di reagire o non sanno come difendersi». Non a caso solo il 31% di chi ha subito azioni di cyber bullismo ha raccontato di avere chiesto l'aiuto di un adulto. A rendere particolarmente pericoloso il bullismo on-line è il fatto che nella maggior parte dei casi avviene sotto mentite spoglie.
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