Spara da casa sulle auto: foto porno come bersagli

Denunciato un avvocato che con un fucile ad aria compressa aveva seminato il panico

Spara da casa sulle auto:  foto porno come bersagli

Era da un mese che fioccavano le denunce. «Tredici in tutto, alcune fatte da noi, al commissariato Monforte-Vittoria, altre altrove. Per fortuna sei residenti si sono riuniti per rivolgersi direttamente a noi chiedendoci un incontro. E alla fine ci hanno ringraziati sostenendo che avevamo liberato il quartiere da un vero e proprio incubo» sottolinea il primo dirigente della polizia di stato Manfredi Fava.

I residenti di via Friuli e via Muratori, in Porta Romana, infatti, non potevano capacitarsi dell'esistenza di un folle (perché era chiaro che di questo si trattava) che, ben nascosto in uno stabile di via Muratori, sparava in strada, presumibilmente da una finestra dei piani alti o da un balcone, contro le persone e contro le vetture parcheggiate ai margini delle vie, ma anche in direzione dei palazzi di fronte, mandando in frantumi i vetri delle abitazioni. Pallini di ferro con fucili e pistole ad aria compressa, s'intende, non certo armi da fuoco. Non si poteva però andare avanti così. Che il «cecchino» fosse afflitto da una vera e propria patologia, infatti, era ormai fin troppo chiaro e, in casi come il suo, se si sa come si comincia non si può però mai immaginare come possa andare a finire. Basti pensare che, dopo aver infilato delle grandi immagini pornografiche (che poi si scoprirà ricavate dal pc di casa) sotto i tergicristalli delle auto ferme in strada, l'uomo risaliva ai piani alti e prendeva di mira proprio quelle foto che così diventavano il suo bersaglio.

Un mese di indagini per la squadra investigativa del commissariato di via Poma. Appostamenti da sfinimento per calcolare le traiettorie che possono collegare i palazzi di fronte, i passanti, le auto. Quindi un uomo sospetto, che ogni tanto si affaccia da un appartamento al quinto piano e infine la scoperta. Il cecchino è un avvocato civilista 51enne che, contrariamente a quanto emerge in un primo tempo, è ancora in attività. Specializzato in diritto del lavoro, un lungo curriculum arricchito da consulenze, corsi e pubblicazioni, ma anche una storia privata tormentata alle spalle, il legale abita solo al quinto piano di un condominio di via Friuli, due piani sopra ai genitori. Da un po' ha acquistato 4 fucili e 4 pistole ad aria compressa (sono di libera vendita) che la polizia poi gli troverà in casa insieme ai pallini di ferro e ad altro ancora. Ad esempio una tuta mimetica e abiti da donna che usava per travestirsi per sparare dal balcone.

La mattina che viene fermato l'avvocato finge di non essere in casa. Sono le 6.45 e lui, una volta contattato al telefono, insiste: «Sono a una udienza, a Lodi». Davvero poco credibile a quell'ora. Gli uomini della squadra investigativa di Monforte-Vittoria non si danno per vinti. «Su avvocato, la smetta e apra la porta». Una volta fatta entrare la polizia in casa il legale si mostra collaborativo. Mostra le sagome su cui si allena per tirare, i siti da dove scarica il materiale pornografico, consegna armi e munizioni.

Quindi racconta agli agenti di essere un appassionato di softair e di esercitarsi a volte in casa.

Oltre alla denuncia nei suoi confronti, d'intesa con la Procura, scatta una segnalazione al Centro psicosociale di zona per valutare le sue condizioni psichiche. L'uomo risulta già in cura da uno psicanalista.

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