"Squadra Salacentrica. Fdi a testa alta in aula nell'opposizione unita"

Il coordinatore milanese: "Inchiesta? Il nulla. Per il centrodestra chiedo la cabina di regia"

"Squadra Salacentrica. Fdi a testa alta in aula nell'opposizione unita"

Stefano Maullu, coordinatore milanese di Fratelli d'Italia, dopo essere stato consigliere (di zona, comunale e regionale) ed eurodeputato, che gliene pare della giunta appena varata?

«Mi pare un cliché, i posti chiave per le prospettive di Milano - urbanistica e Pnrr - se li è tenuti per se il sindaco, direttamente o indirettamente. Ai partiti ha lasciato le briciole».

Questo può destabilizzare la giunta?

«Rappresenta una tappa del percorso di smarcamento dalla sua dimensione politica. Significa libertà d'azione e narrazione sul sindaco staccato dai partiti. Il rapporto col Pd non mi pare idilliaco, con Maran relegato alla Casa».

Il centrodestra?

«Noi, intanto, abbiamo fatto un risultato straordinario. E la migliore espressione di questa campagna è l'immagine di Giorgia Meloni in una piazza strapiena. Portiamo in Consiglio persone di qualità, con una caratterizzazione professionale evidente, un mix d'esperienza e nuovi ingressi arrivati dai Municipi, a riprova del fatto che Fdi non teme alcuna verifica, e mi riferisco al nulla che emerge dall'attacco cattivo di una parte della stampa».

Non emerge nulla? Difesa totale insomma?

«È un dato di fatto. Il vero problema è la dimensione non democratica di una sinistra che ha il mal di pancia quando esce dalla stanza dei bottoni. Il tutto viene amplificato da un sistema dei media che non vuole capire che Fdi, primo partito, non può essere confuso con chi professa atteggiamenti estremistici e non deve trovare spazio nel partito».

Lei non ha origini a destra.

«Non solo io, Mascaretti e tanti altri. Ma il discorso vale anche per chi sta in Fdi e a destra da molto prima di noi, persone che non hanno alcun legame con ciò che deve essere considerato totalmente estraneo a Fdi».

Parliamo di antisemitismo e razzismo?

«Io in Europa ho lavorato in totale sinergia con tutte le associazioni ebraiche, con l'American jewish committee, e ho fatto un gran lavoro sulla difesa di Israele. Ma cito Ignazio La Russa, che ha un rapporto storico, ultradecennale, con la comunità ebraica milanese. È nel nostro dna».

Il voto di Milano?

«Intanto, un certo effetto Draghi ha cloroformizzato tutto e tutti, tranne noi. Poi nel risultato di Conte, il mago di Oz, in questa città che anticipa tutto, si intravede la scomparsa del grillismo. Penso anche a Paragone. Sono rimasti con un pugno di voti in mano».

Il centrodestra però...

«Io vedo il bicchiere mezzo pieno. Il candidato ha fatto il massimo, contro un sindaco uscente. Fdi a preso il 10%, sono soddisfatto, mi auguro che il centrodestra lavori bene, sui grandi temi ci sarà bisogno di tanta coesione. Per questo propongo una cabina di regia, anche per evitare di fare ciò che è accaduto in Regione».

A cosa si riferisce?

«Un coordinamento per condividere i provvedimenti è una soluzione che potrebbe garantirci la vittoria in Regione. Dove non siamo stati coinvolti, i risultati non sono positivi».

Feltri in Consiglio?

«Credo che rappresenti la possibilità per chiunque di sentire una voce libera e critica rispetto al conformismo dilagante. Sarà un valore aggiunto».

Lei crede nel centrodestra?

«Certo, non c'è alternativa. Anzi, Fdi è il centro dello schieramento. Abbiamo quadruplicato i voti e fatto decine di eletti. Non siamo in competizione con altri, abbiamo una leader che fa la differenza. Ci siamo e vogliamo che si senta».

Come immagina il partito?

«Inclusivo, con al centro l'interesse nazionale, una bussola che orienta verso valori imprescindibili in un

mondo globalizzato. Le persone chiedono sicurezza, in ogni senso. Noi siamo il partito di coloro che lavorano in modo duro e onesto e tengono in piedi l'Italia. Un grande partito conservatore, guidato da una grande donna».

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