Sul lago gli scrittori leggono il futuro

Giunto alla dodicesima edizione, Parolario - il festival della letteratura che si tiene in chiusura dell'estate a Como - ha optato per un tema a dir poco temerario, soprattutto di questi tempi. Gli autori che da questa settimana fino al 9 settembre presentano i loro libri nelle sale affrescate di Villa Olmo, e in altre due scenografiche ville che si affacciano sul Lario, avranno infatti il compito di “Leggere il futuro“, nell'audace tentativo di «immaginare cosa ci attende, cosa possiamo sperare e cosa dobbiamo iniziare a costruire». Risulta arduo però anche decifrare il futuro di un festival che è sempre meno finanziato dagli enti pubblici (ormai lo è quasi per nulla) e che quest'anno si terrà solo grazie alla tenacia di alcuni sponsor: a quando il pieno e tangibile riconoscimento delle istituzioni? In attesa di ottenerlo, gli organizzatori hanno allestito un programma come al solito fitto di incontri, nel quale non mancano volti televisivi (Flavio Insinna oggi e Ilaria D'amico il 4), scrittrici con un nobile passato (Dacia Maraini domani e Isabella Bossi Fedrigotti l'8), filosofi dotati di talento per la divulgazione (Telmo Pievani in apertura della manifestazione, Salvatore Natoli oggi e Giulio Giorello il 6), giallisti con la passione per l'urbanistica (e anche viceversa, come nel caso di Gianni Biondillo che il 7 settembre passeggerà dalla Casa del Fascio di Terragni, capolavoro dell'architettura razionalista, a Villa Olmo insieme con il pubblico di Parolario).
Nella giornata di oggi, già al mattino (alle 11.30) il primo appuntamento della giornata, con Antonio Marino. Nel pomeriggio, alle 17 Rosa Teruzzi, insieme a Massimo Picozzi, presenterà il suo giallo “Il segreto del giardiniere“, seguita alle 18 dal filosofo Salvatore Natoli con "Improbabilità e speranza". Alle 20.30 l'atteso incontro con Flavio Insinna, seguito dalla proiezione di "Big fish" di Tim Burton.Come al solito però le figure più interessanti sono quelle a minor tasso di presenzialismo televisivo e maggior dedizione alla ricerca e alla scrittura: come Daria Galateria, la più acuta esegeta di Proust in Italia (in barba a studiosi ben più noti e molto più stucchevoli e superficiali), della quale è da poco uscito presso Sellerio “Scritti galeotti“, un saggio dedicato ai “narratori in catene dal '700 a oggi“ che verrà presentato da Laura D'Incalci il 3 settembre alle 18.30. O come Graziella Bernabò, autrice di “La fiaba estrema. Elsa Morante tra vita e letteratura“ (Carrocci 2012), un accurato ritratto della scrittrice di cui ricorre il centenario della nascita che è stato illustrato nei giorni scorsi da Goffredo Fofi. Oppure come Luca Doninelli, firma storica del Giornale e autore di “Cattedrali. Lo spirito eterno delle città“ (Garzanti 2012), un volume sugli epicentri delle metropoli - ovvero su quei luoghi epocali in cui si compendiano le storie e i destini delle città, come la Sagrada Família di Barcellona, i Magazzini Harrod's di Londra e il Duomo di Milano - del quale si dibatterà il 9 settembre alle 18.30. Un altro giornalista di lungo corso della nostra testata, Marcello Foa, domani alle 17.00 dialogherà con Luigi Mascheroni su “Il bambino invisibile“, il suo bel libro appena edito da Piemme.

Il bambino al centro di questa cruda e poetica biografia, Manuel Antonio Bragonzi, ha 5 anni quando comincia a peregrinare nelle foreste del Cile. Il suo vagabondaggio durerà ben tre anni, e sarà un modo di fuggire da un nonno presunto e assassino, ma anche di rispondere al «richiamo assurdo, istintivo, irrazionale della natura».

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