Davide Romano, segretario degli Amici di Israele nonché assessore alla Cultura della Comunità ebraica, che effetto le fa la proposta di intitolare una via di Milano a Giorgio Almirante?
«Sono molto perplesso. Dare il nome di qualcuno a una via è un onore da tributare a chi è stato un esempio per tutti. Il fascismo è stato un male non solo per gli ebrei ma per tutti gli italiani. Ha portato guerra, dolore e distruzione. Trovo impropria un'iniziativa del genere. Preferirei persone che abbiano costruito qualcosa di positivo».
Il sindaco spiega che non è il momento dell'oblio. Lo sarà mai?
«La cosa dell'oblio non mi convince. La storia va ricordata tutta, nel bene e nel male, personaggi negativi e positivi. Dobbiamo ricordare tutto invece di dimenticare».
A destra dicono che si usa due metri di giudizio diversi per Dario Fo e Almirante.
«C'è una distinzione da fare. Un dirigente politico si assume la responsabilità della sua politica. Almirante è stato il continuatore di una linea che si rifaceva al fascismo. Anche Palmiro Togliatti è stato politicamente corresponsabile, da capo del Pci, delle malefatte del comunismo. compresa la persecuzione degli ebrei. In questi giorni ricordiamo i fatti di Ungheria. Ma anche le foibe. Io sarei contrario a intitolare una via a Togliatti. Quelle di Fo, sebbene sempre estreme, sono scelte personali, non di politico ma di artista che ha dato qualcosa a Milano».
Si dice che Almirante fosse un ammiratore di Israele.
«Mi risulta che nel Msi ci fossero delle correnti con questa posizione ma non si può dire che abbia compiuto i gesti di Gianfranco Fini, che ha ribaltato la visione del suo partito verso gli ebrei e verso Israele, col coraggio di passi decisivi. Questo fa la differenza. Almirante ha governato quel che c'era».
Lei ha proposto i giardini Pannella. E Pannella dialogò anche con Almirante e i missini.
«E disse che certo antifascismo era fascista.
Ma Pannella sapeva dialogare con tutti, cattolici ed ebrei, comunisti e missini. La sua politica era il dialogo e la nonviolenza. E ha educato i suoi alla nonviolenza e alla tolleranza. Non altrettanto si può dire per Almirante».
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