Da Capodanno, cioè da quella notte in cui due ragazze furono aggredite e violentate da un gruppo di ragazzi nordafricani in piazza Duomo, a Milano si parla di emergenza stupri. Quello di inizio d'anno fu un assalto sessuale in branco che in arabo ha un suo nome preciso, tarrush gamea, ed è un fenomeno nato e cresciuto nei Paesi islamici pochi decenni fa come palese reazione alla emancipazione in atto delle donne musulmane che purtroppo è arrivato a che in Europa. Da allora la scia di reati e violenze non si è quasi mai interrotta.
I dati raccolti dalla rete antiviolenza di Milano (9 centri antiviolenza e 9 case rifugio) evidenziano che, nei soli primi sei mesi del 2021, le beneficiarie dei servizi offerti sono state 2.184, dato che chiaramente è solo la punta dell'iceberg, non tenendo conto di tutte le vittime che non denunciano. «Milano violenta. Purtroppo non è il titolo di un film fine Anni '70, ma la quotidianità che attanaglia la vita meneghina nei nostri giorni - spiega Maricetta Tirrito, presidente del Laboratorio Una Donna -. La notizia di 3 tentate violenze sessuali in un giorno, proprio in questa settimana, all'ora di pranzo al Parco Sempione e di notte a Brera e in piazza Leonardo da Vinci, la dice lunga sullo stato di insicurezza nel quale i cittadini, e in particolare le donne, sono immersi. È ora di fare tutti qualcosa di concreto».
Due giorni fa in corso Buenos Aires un nuovo episodio, con il 25enne africano del Mali che ha palpeggiato due donne e, dopo aver aggredito anche i carabinieri, è stato arrestato. «Nei primi due casi - prosegue Tirrito - ha agito un italiano già noto alle forze dell'ordine, mentre in zona Politecnico, i carnefici sono stati un marocchino e un egiziano, entrambi clandestini con precedenti penali. Al di là del discorso sul controllo dell'immigrazione, che meriterebbe un discorso a parte, se è importante la capacità delle forze dell'ordine di reagire tempestivamente, lo è ancor di più la prevenzione, che passa per l'osservazione di ciò che accade giornalmente nelle strade. E le sentinelle più informate sono i cittadini stessi, i commercianti, che vedono passare sotto i propri occhi la varia umanità che compone la città.
Sono loro i primi a vedere, certo, ma devono essere formati per sapere come intervenire nell'ambito della prevenzione; intercettare i segnali, saper riconoscere una vittima di violenza dai suoi occhi, sapere come convincerla ad accettare un aiuto senza spaventarsi, comprendere come anticipare possibili sviluppi violenti di una situazione di disagio, sono tutte cose che possono essere imparate, e che aumentano la sicurezza dell'intera collettività».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.