È una scena che a Milano si è ripetuta più volte: per un disabile che si sposta sulla sedia a rotelle spesso prendere tram e bus è impossibile, perché su molti mancano gli scivoli. È successo di nuovo giovedì pomeriggio, verso le 16.
Via Mazzini, a pochi passi da piazza Duomo. Una donna di 66 anni, assieme al badante di origine ecuadoriana, aspetta il tram 27 alla fermata. Ma quando il mezzo arriva, con la carrozzina non può salire. La pedana non c'è. Il badante chiama la polizia, chiedendo un intervento, ma c'è poco da fare. Qualcuno riferisce che tra l'uomo e il conducente siano volate parole accese. Versione che non viene fuori dal verbale della polizia e che Atm in un comunicato smentisce. Arriva la volante, e poco dopo anche un addetto dalla centrale operativa Atm, che carica la donna e il suo accompagnatore su un'auto di servizio, e li trasporta alla fermata del bus 54 in piazza Diaz. Un percorso alternativo rispetto a quello inizialmente pensato dalla 66enne e dal badante che, nelle intenzioni iniziali, avrebbero poi dovuto cambiare con il tram 9 in piazza V Giornate. Ma lì, fa sapere l'azienda del trasporto milanese, «la fermata non è dotata di marciapiede adibito all'utilizzo della pedana per la salita e la discesa di persone disabili». E, sottolinea il comunicato, «la conformazione infrastrutturale non è competenza di Atm».
Quanto accaduto giovedì è l'ultimo di una serie di casi simili: non a caso il 18 giugno scorso il Tribunale di Milano ha condannato il Comune e l'azienda del trasporto pubblico cittadino, accogliendo il ricorso di un disabile costretto da anni, per raggiungere il centro, a usare mezzi di trasporto privati perché un altro tram, quello della linea 24, non è accessibile. Un fatto «discriminatorio», ha messo nero su bianco il giudice nella sentenza.
«Ci vogliono investimenti importanti da parte del Comune e di Atm: il primo deve intervenire in particolare sulla struttura della fermate, mentre l'azienda dei trasporti deve investire anche sulla formazione, perché talvolta nemmeno i conducenti sanno come si attivano le pedane», riflette Marco Rasconi, presidente di Ledha Milano, il coordinamento cittadino per i diritti delle persone con disabilità. Che però è ottimista: «Negli ultimi anni abbiamo lavorato con Atm e Comune, abbiamo studiato dieci percorsi accessibili e ci incontreremo di nuovo a settembre. Non mi aspetto che tutto cambi da domani, ma c'è un incremento dell'ascolto: speriamo solo con il cambio di amministrazione non si blocchi tutto. Anche se questi sono temi trasversali, a noi la fazione politica non interessa, c'importa il risultato». E plaude anche alla nuova linea lilla del metrò, «ottima sul fronte accessibilità».
Sui fatti di giovedì Atm si difende facendo anche notare che cinquanta convogli della linea 27, appartenenti alla serie 4900, sono in questo periodo oggetto di una ristrutturazione che prevede l'installazione della pedana; e che su 14 vetture gli scivoli per disabili sono già in funzione.
Inoltre, un servizio per i disabili c'è: dalle 7.30 alle 24.00, spiega l'azienda, è possibile chiamare il numero 02.48607607 e ottenere «prima di mettersi in viaggio consigli sul miglior percorso da effettuare» oppure richiedere «eventuale assistenza sul campo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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