Tramonto dei «5 stelle»: ecco il primo verdetto del voto in Lombardia

Alta astensione, poche sfide decise al primo turno. E in tutti i Comuni si registra la disfatta dei grillini

Tramonto dei «5 stelle»: ecco il primo verdetto del voto in Lombardia

A Brescia e Lodi sono passati dal 16% di febbraio al 6-7 di ieri. A Sondrio addirittura dal 21 per cento al 6. Una prima occhiata ai tre capoluoghi che ieri sono andati alle urne e il verdetto è lampante: i Cinque Stelle sono crollati, più che dimezzati nella prima regione italiana. Erano 95 i Comuni che domenica e ieri hanno scelto sindaco e Consigli comunali. Molto piccoli o piccolissimi; centri in cui le liste civiche tradizionalmente la fanno da padrone, basandosi soprattutto sulla reputazione personale dei candidati.

Ma nei centri maggiori, dove il voto è politico e i partiti si sono presentati con le loro bandiere, il responso elettorale non ammette molti dubbi. In tre mesi il partito di Grillo sembra fortemente ridimensionato, tanto da tornare quel che era prima dello «tsunami» di febbraio: un movimento di sinistra, che ha ereditato il voto no global o ambientalista, ma che non sfonda più negli altri bacini elettorali e non intercetta più la protesta trasversale, che si rifugia piuttosto nella più tradizionale astensione.

E in effetti il dato da tenere presente è la voragine che si è aperta nelle affluenze ai seggi. In Lombardia non hanno votato neanche due elettori su tre (62%) con un crollo di 18 punti. In provincia di Milano il calo è stato addirittura di 20 punti, in Brianza di 18 (61%). È da tenere presente che il confronto è con il 2008 - un'altra era politica praticamente - e che questa fuga dalle urne alle Politiche si era già registrata. Dunque l'elettorato grillino di febbraio, quello del «tutti a casa» e dei «vai Beppe!» è rimasto lui stesso alla larga dalle urne; oppure è tornato a votare per gli altri partiti, che hanno sostanzialmente tenuto.

Ecco i dati del tramonto a Cinque stelle, dunque. A Brescia, città del capogruppo al Senato, e numero tre del movimento, Vito Crimi, il movimento perde circa 9 punti, a Lodi dieci, a Sondrio 15. Ma il disastro si completa con i dati degli altri centri maggiori di Milano e Brianza. A Cinisello Balsamo, il maggiore dei Comuni milanesi chiamati al voto, i grillini sono scesi dal 23% delle politiche al 13 circa di ieri. A Bresso, Comune importante della cintura milanese, politicamente orientato a sinistra, sono passati dal 19,8 al 7%. Ad Arese il dato meno deludente ma pur sempre magro: un calo dal 19,7 al 10 per un Comune dalla tormentata storia amministrativa e gestito da un commissario prefettizio. Male, malissimo anche la Brianza per Grillo, Casaleggio e «compagni».

Prendiamo i centri più rilevanti dal punto di vista degli abitanti: Brugherio, Nova milanese e Seveso. A Brugherio i Cinque stelle sono scesi da oltre il 21 per cento al 9. A Nova addirittura erano volati al 25% e sono atterrati all'9. Anche a Seveso un brutto risveglio: dal 23% al 7. Certamente pesa, nel confronto fra febbraio a oggi, la natura dell'appuntamento (e del sistema) elettorale, da politico e locale. A febbraio il leader carismatico Grillo era il volto elettorale del movimento nel Paese.

Stavolta era «in condominio» con i vari candidati a sindaco, spesso non proprio brillantissimi. Eppure questo non basta a spiegare il crollo. Il Movimento Cinque stelle sembra già un cespuglio. Un ex fenomeno elettorale.

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