In trappola nel bagno chimico che si ribalta: condannato il Comune di Milano

Un uomo ha denunciato il Comune di Milano per essersi trovato a testa in giù dentro un bagno pubblico. La piccola struttura era "appoggiata e non ancorata"

In trappola nel bagno chimico che si ribalta: condannato il Comune di Milano

Serata da incubo per un uomo che si trovava a un evento su Monte Stella, noto ai milanesi anche come "La Montagnetta di San Siro". Arrivato il momento impellente di eliminare tutto l'alcool e l'acqua bevuta in una calda sera di giugno, il signor F.A. si era recato in uno dei bagni chimici presenti nell'area. Probabilmente l'ultima volta nella sua vita.

In trappola dentro il bagno

Sono le 2 di notte e, secondo Il Corriere, un gruppo di ragazzi che passava da quelle parti mette in atto un gioco stupido. Accerchiando la piccola struttura all'interno della quale vi era l'uomo ignaro, cominciano a scuoterla e poi spingerla fino a farla ribaltare. I bulletti a quel punto si dileguano ridendo. Chi invece non ride affatto è la povera vittima che si trova al suo interno a testa in giù dopo aver fatto i propri bisogni.

L'angoscia non finisce qui. Non appena l'uomo cerca di uscire e liberarsi da quello stretto inferno, si rende conto che la porta è bloccata proprio dal suolo e quindi non c'è assolutamente verso di scappare via. Momenti di panico. È tardi, buio, c'è ancora la musica in sottofondo, è impossibile farsi notare anche gridando.

I fatti giudiziari

Alla fine il protagonista di questa assurda vicenda riesce a uscire, ma non a dormirci su. Per quanto riguarda l'identificazione della baby gang non si può fare più niente perché non è in grado di riconoscerli. Si chiede però come mai il bagno chimico non fosse stato messo al sicuro. Quindi si affida a un avvocato chiedendo al tribunale di "accertare e dichiarare che la responsabilità dell’accaduto sia da addebitarsi al Comune di Milano quale Ente custode dei parchi cittadini".

Dall'altra parte, però, Palazzo Marino ha risposto che il fatto di non ancorarli al suolo appartiene proprio a qualsiasi progetto atto a inserire provvisoriamente il bagno in una zona. Questi sono difatti venduti o noleggiati per tempi molto brevi e dunque non necessitano di essere fissati. Inoltre, "il bagno chimico sarebbe rimasto al proprio posto se alcuni soggetti non identificati non lo avessero ribaltato con forza; ciò vale a interrompere il nesso causale tra l’attività di custodia in capo al Comune e l’evento lesivo, imputabile integralmente ai soggetti di cui sopra".

Dopo una serie di peripezie l'istituto giudiziario ha dato ragione a F.A..

Secondo il giudice, infatti, "la circostanza che il wc chimico non fosse ancorato al suolo ma solo appoggiato, e quindi non stabile e facilmente ribaltabile, ha rappresentato un notevole rischio per gli avventori. In questa prospettiva il Comune di Milano, in qualità di custode del bene, avrebbe dovuto porre in essere gli accorgimenti necessari a neutralizzare tale pericolo".

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