Raffaele Cattaneo, presidente del consiglio regionale, in aula dal 2005, che cosa ha provato a non essere stato rieletto?
«Molta sorpresa, perché mi aspettavo più voti al partito. Il risultato complessivo di Noi con l'Italia ha consentito un solo seggio e quel seggio non è stato a Varese, nonostante le percentuali alte del partito. È scattato a Milano, anche se proporzionalmente il partito ha preso meno voti».
Come si spiega i risultati così deludenti del partito?
«Siamo stati travolti da una polarizzazione del voto sulle proposte più radicali e più capaci di intercettare la pancia e le emozioni degli elettori. Questo è il vero fatto emblematico. Sono andati male anche i centristi di sinistra, il Pd e tutto sommato Forza Italia, perché non era certo nelle previsioni che la Lega prendesse il doppio dei consiglieri».
Non negherà che c'è un tema politico che riguarda NcI nel centrodestra.
«Eravamo la componente più fragile, perché nata troppo a ridosso delle elezioni, e non abbiamo avuto il tempo di spiegare a buona parte dell'elettorato che esistevamo. La domenica del voto, dopo la Messa, una mia conoscente si è avvicinata per chiedermi: è meglio se voto Forza Italia o la Lega? Ho risposto: ci siamo anche noi. Non siamo riusciti a far percepire la nostra esistenza».
Di chi è la responsabilità?
«Tutto è stato reso più complicato da una rappresentazione mediatica che ha fatto vedere un centrodestra con tre componenti e non con quattro. Noi con l'Italia, soprattutto in tv, è stato oscurato».
Non rileva un abbandono da parte dell'elettorato cattolico e di Cl?
«Se guardo dove ho preso i voti, direi il contrario. NcI ha preso più voti e io più preferenze dove c'è più radicamento dell'elettorato cattolico e in particolare di Cl. Però è vero che l'elettorato cattolico si è distribuito su tutte le proposte politiche e anche dentro Cl ci sono stati tanti candidati in tanti partiti e schieramenti diversi, con il risultato che mai come questa volta ci sono stati così pochi eletti. Solo uno».
Cl dovrebbe tornare a fare «massa critica»?
«Se per massa critica si intende tornare a un voto dato acriticamente, secondo suggerimenti calati dall'alto, no. Ritengo giusto che sia stato fatto un lavoro per dire: ciascuno scelga quel che ritiene meglio per il bene comune. Però il percorso per un voto consapevole non dovrebbe produrre una diaspora ma un'unità più profonda. Non è andata così».
La Lega rivendica la Sanità ma anche Forza Italia chiede di gestire la riforma.
«La Lega è nelle condizioni politiche di rivendicare quel che vuole ma è altrettanto legittimo che Forza Italia chieda l'assessorato alla Sanità. Si scelga l'uomo migliore. Credo però che chi nella maggioranza rappresenta la componente più forte, come in passato è stato per il Pdl, deve avere più saggezza e più equilibrio e deve caricarsi sulle spalle la responsabilità di tenere unita la coalizione. Per questo penso che Fontana potrà riconoscere la presenza in giunta anche di chi ha avuto un risultato inferiore. Per governare cinque anni abbiamo bisogno di una maggioranza stabile, in un momento in cui la politica è molto volubile».
Si parla di lei o di Mauro Parolini in giunta.
«Nell'incontro di ieri con Fontana la delegazione di Noi con l'Italia ha portato la richiesta politica di avere una rappresentanza nel governo regionale, come componente della coalizione non da oggi ma da sempre».
Quale impegno ritiene più adatto alle caratteristiche di NcI?
«La decisione attiene alle competenze del presidente, in accordo con la coalizione.
Non vogliamo essere ghettizzati in un settore perché abbiamo dimostrato di saperci occupare di tante cose diverse. I temi su cui abbiamo più sensibilità sono famiglia, educazione, imprese e infrastrutture. Non è una novità di oggi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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